Angelino Alfano e Pierluigi Bersani sono concordi: il professore non resterà a Palazzo Chigi un secondo di più alla fine della legislatura. “Non scommetterei nemmeno un centesimo – ha detto il segretario di quel che resta del Pdl – Le nostre posizioni sono estremamente differenti”. “Risparmio anche quel centesimo”, ha aggiunto il segretario del Pd, Bersani.
E´ davvero un bizzarro Paese quello in cui i segretari dei due maggiori partiti che sostengono il governo Monti trattano quasi come un intruso, ai limiti dell´appestato, un esecutivo e un presidente del Consiglio che liberamente hanno deciso di appoggiare lealmente. Anzi, non più lealmente visto che lo appoggiano in Parlamento e poi nelle piazze, in tv, sui giornali trovano sempre il modo di differenziarsi, di scantonare, di distinguersi.
Certo, non è popolare sostenere politiche di rigore finanziario in tempi di recessione conclamata quando redditi, consumi e risparmio flettono e la prospettiva a breve non è rosea. Ma lasciare intendere che, dopo le prossime elezioni politiche, finalmente si potrà superare questa fase di semi commissariamento euro-teutonico che implica meno spesa pubblica e più tasse, è alquanto truffaldino.
E´ ingannevole, e poco serio per politici di esperienza o poco dediti al populismo d´accatto come Alfano e Bersani, far balenare lo scenario che senza un bocconiano alla Monti a Palazzo Chigi finalmente si potrà un po´ spendere e spandere. Ovviamente dal Pd al Pdl, passando per il rassemblement moderato imperniato sull´Udc, tutti auspicano che dopo la fase di rigore si possano innescare politiche sviluppiste e pro crescita per aumentare la domanda interna e aiutare le imprese a crescere, o ad evitare di chiudere.
Ma questa inversione di tendenza necessaria, anzi indispensabile, si potrà realizzare se cambieranno procedure e politiche a livello europeo. L´austerità in Italia potrà essere abbandonata solo e soltanto quando nella Commissione di Bruxelles e nelle altre istituzioni europee ci sarà la consapevolezza che o si rende più umano e praticabile il brutale Fiscal compact che detta regole severe (severissime in tempi di Pil calante), oppure l´incendio sociale che in questi giorni si sta assistendo in Europa rischia di propagarsi ulteriormente. E l´inversione di tendenza auspicata potrà essere sollecitata, accompagnata e assecondata solo da una personalità che in Europa è credibile ed autorevole, dunque ascoltata. Ovvero: Mario Monti.