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La Cancellieri, la Polizia e le lotte intestine di potere

In Italia ci si sta avvicinando a un tornante particolarissimo e pericolosissimo. Siamo infatti alla vigilia di un regime change. Il termine non è esagerato. Nel 2013 bisognerà rinnovare Parlamento, governo e Presidenza della Repubblica. A questo ingorgo occorre aggiungere i rinnovi dei servizi segreti, delle forze di polizia, delle principali aziende a partecipazione pubblica.
 
Ecco perché non c´è solo una cruenta campagna elettorale. Chi vince a questo giro, prende tutto. E se i politici si danno battaglia senza risparmiarsi colpi bassi, altrettanto avviene per le imprese e le istituzioni che dovrebbero essere a garanzia della sicurezza dei cittadini.
I corvi come le inchieste ad orologeria sono diventati ormai la norma per un sistema, quello del potere italiano, che non ha più una funzionale modalità fisiologica (e democratica) di ricambio della classe dirigente.
 
La scelta del ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, di respingere le dimissioni del numero due della Polizia appare quindi come eccezionalmente saggia. Se debbono essere le lettere anonime o le intercettazioni estrapolate da spezzoni di inchieste (in corso e non ancora sfociate neppure in richieste di rinvio a giudizio) a dettare legge, allora possiamo tranquillamente celebrare il funerale della civiltà giuridica e di quella democratica.
 

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