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La sfida a Bruxelles è sulla Difesa comune

L´obiettivo non è quello ambizioso di un esercito comune ma quello più realistico di un Concetto europeo di Sicurezza e, soprattutto, un quartier generale unico per le operazioni militari (OHQ) che vedono impegnate le truppe dei Paesi Ue. Quella che va profilandosi a Bruxelles è una partita che potrebbe rivelarsi centrale nella costruzione di una Unione più forte. La Difesa è sempre stata una importante cartina di tornasole per capire e misurare la prevalenza del metodo intergovernativo rispetto a quello comunitario. Su questo fronte, infatti, prevale nettamente l´interesse dei singoli Stati e non è un caso che la baronessa Ashton, ministro degli Esteri Ue (sta seguendo lei il ´dossier difesa comune´), si stia scontrando con le resistenze dell´Inghilterra e le fughe in avanti della Francia.
 
A svelare il retorscena circa i negoziati in corso ci ha pensato proprio il londinese Daily Telegraph. Secondo una fonte del ministero della difesa francese, un comando centrale per il coordinamento delle truppe europee basato a Bruxelles potrebbe già essere sperimentato nel caso – previsto a gennaio prossimo – di invio di contingenti militari in Mali. Un´altra ipotesi di implentazione di un OHQ europeo potrebbe essere realizzata (a lungo termine, precisa la fonte francese) per la missione antipirateria nel Corno d´Africa, oggi coordinata dal centro operazioni inglese di Northwood. Il ministero della difesa di Parigi, secondo la ricostruzione del Telegraph, considera la creazione di un head quarter europeo permanente “non più che una condizione di partenza: se hai tre o quattro operazioni militari in corso, c´è un´esigenza operativa. Ad un certo punto – è la conclusione – l´idea dell´OHQ cadrà come un frutto maturo”.
 
L´analisi francese sarebbe condivisa dalla Ashton ma troverebbe una chiusura netta da parte inglese: il governo di Sua Maestà continua a ritenere la Nato il luogo più giusto per il coordinamento delle missioni militari all´estero. Tuttavia, l´offensiva per superare i veti nazionali e arrivare alla modifica dei Trattati in materia di difesa comune prosegue e dovrebbe trovare un punto di svolta a metà 2014. Già a settembre si era svolta una riunione di undici ministri degli esteri della Ue (presenti anche quelli di Germania e Francia) che avevano chiesto la fine del veto Uk e una svolta per il futuro della Ue che non preveda anche la ppssibilità di un esercito comune. Se quel summit andò bene, è il portavoce della Ashton a ricordare che è necessario il consenso di tutti i 27 paesi dell´Unione e non solo di 11.
 
Lo sforzo diplomatico tuttavia prosegue e mercoledì è previsto un nuovo, significativo, appuntamento. Si riunirà infatti a Parigi il “Big Five”, un meeting dei ministri degli esteri e della difesa di Francia, Germania, Polonia, Spagna e Italia. Argomento all´ordine del giorno proprio l´avanzamento del progetto di difesa comune. Vedremo. Anche da qui, e forse soprattutto da qui, potremo capire quanto è vicina o lontana quella idea di Europa non solo monetaria che avevano in mente i padri fondatori.
 
Jack Sparrow


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