“Gli acquirenti sono sovrani, e la loro domanda – o la mancata domanda – orienta i mezzi di produzione nelle mani di coloro che sanno impiegarli in maniera da soddisfare i desideri e le aspettative dei consumatori nel miglior modo possibile e al minor prezzo possibile”. Sono parole di Ludwig Van Mises tratte dallo stralcio, pubblicato da Il Giornale, del saggio”In nome dello Stato”, appena edito (per la prima volta in Italia) da Rubettino. La sovranità del consumatore è uno dei postulati dell’ideologia liberista.
Scrive ancora Van Mises: “Ciascuno (…) deve essere il primo a liberarsi dal giogo del dogmatismo, che gli impedisce di usare liberamente le sue capacità mentali. Ogni singolo individuo deve sforzarsi di affrancarsi dalle frasi fatte e dalle formule che oggi considera verità intoccabili”.
Mi chiedo se, oggi, la sovranità del consumatore non sia divenuta, anch’essa, una frase fatta.
Se è vero che il consumatore orienta la produzione e quindi l’offerta, è ancora più vero che l’offerta condiziona la domanda. Il consumatore può esercitare la sua scelta limitatamente ai beni e servizi che gli sono sottoposti. I distributori sono un filtro insuperabile che risponde a logiche che possono essere molto diverse da quelle che presiedono alla scelta del consumatore. Guardando alla realtà effettuale: quanti piccoli editori espongono nelle librerie Feltrinelli? Un piccolo editore può pubblicare opere pregevoli, ma quanti capolavori sono stati riconosciuti come tali sono dopo che il loro autore è riuscito a farsi pubblicare da un grande editore?
La pubblicità è un altro filtro, perché ha costi che difficilmente possono essere sopportati dai piccoli imprenditori a prescindere dalla qualità del loro prodotto/servizio.
È vero: il consumatore orienta l’offerta, ma la pubblicità orienta il consumatore. Senza la pubblicità è difficile che un romanzo anche quando inserito in uno scaffale della Feltrinelli possa avere successo. Senza la pubblicità pochi sapranno che è stato pubblicato e ancor meno lo leggeranno. Per carità, la pubblicità non garantisce il valore del libro, ma quanti libri privi di pregio hanno avuto successo solo grazie ad abili campagne pubblicitarie?
Sì i consumatori sono sovrani, ma la loro è una sovranità, come sempre più spesso accade di questi tempi, virtuale (aml)
Ecco perché è stupido odiare i ricchi
La riforma non deve cominciare dallo Stato, dal governo e dalla vita pubblica. Ciascuno deve cominciare da se stesso e deve essere il primo a liberarsi dal giogo del dogmatismo, che gli impedisce di usare liberamente le sue capacità mentali. Ogni singolo individuo deve sforzarsi di affrancarsi dalle frasi fatte e dalle formule che oggi considera verità intoccabili. Ogni singolo individuo deve riconquistarecon un duro lavoro il diritto di poter dubitare di tutto, e di non riconoscere nessuna autorità che non sia quella del pensiero logico. Per conquistare questa libertà, occorre superare le inibizioni emotive che di solito offuscano il pensiero. Bisogna accantonare il risentimento e la presunzione.