Quando la politica abdica al suo ruolo, il risultato non è mai felice. La sciagurata, e incomprensibile, scelta della Polverini di non fissare la data delle elezioni regionali dopo lo scioglimento del Consiglio avvenuto lo scorso 28 settembre è stato un atto unilaterale che ha costretto le opposizioni a rivolgersi al tribunale.
Il Tar del Lazio si è espresso ed ha sciolto la riserva. Entro cinque giorni vanno indette le elezioni che dovranno quindi svolgersi entro la fine di dicembre di quest’anno. Cambia quindi – e radicalmente – il quadro che si era immaginato sin qui con elezioni regionali (Lazio, Lombardia e Molise) fissate a fine gennaio o inizio febbraio con addirittura una ipotesi di election day unico con le politiche da tenersi a marzo. Tutto da rifare. In attesa di capire le mosse del ministro dell’Interno (anticiperà le elezioni lombarde?), di sicuro c’è che i partiti debbono decidere, e in fretta. Zingaretti sembrerebbe confermato.
L’Udc cosa farà? E il Pdl? E le associazioni/movimenti come ItaliaFutura e Fermare il Declino vorranno misurarsi elettoralmente? Non c’è più tempo. Fra un mese si vota. Se non ci saranno altre sorprese dal Viminale, o dal Consiglio di Stato cui si è rivolta la (ex) governatrice.