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Le isole Senkaku

Le Isole Senkaku (così denominate da Tokyo, che le amministra, ma anche note come Diaoyu e Diaoyutai, rispettivamente da Pechino e da Taiwan, che le reclamano) sono cinque isole posizionate nel Mar Cinese Orientale (170km nord-ovest dell’isola giapponese di Ishigaki) a causa delle quali i rapporti diplomatici tra Giappone, Cina e Taiwan si stanno deteriorando giorno dopo giorno.
 
L’arcipelago è situato approssimativamente 120 miglia nautiche a nord-est di Taiwan, 200 ad est della costa cinese e 200 a sud-ovest dell’Isola giapponese Ryukyu della circoscrizione di Okinawa. Le rivendicazioni sono basate sia sui contenuti dei Trattati, sia su differenti interpretazioni della storia delle isole. La rivendicazione di ognuno dei tre Paesi di una propria Zona Economica Esclusiva troverebbe fondamento nell’ambito della terza United Nations Convention on the Law of the Sea (UNCLOS), in vigore dal novembre 1994. L’articolo 55 della Parte V dell’UNCLOS ha definito, infatti, la possibilità di avere una Zona Economica Esclusiva per ogni Paese “con frontiere marittime a 200 miglia nautiche dalla costa”.
 
Vi è poi un’interpretazione storica per la quale, il Giappone detiene il controllo giuridico delle Isole dal 1971. Dapprima, nel 1895, Tokyo le incorporò legalmente nella Prefettura di Okinawa, giustificando la decisione con rilevazioni effettuate nei dieci anni precedenti che mostravano come queste fossero “terra nullius”, ossia superfici non appartenenti a nessuno. Successivamente, le Isole sono passate sotto amministrazione statunitense (insieme al resto di Okinawa), tornando sotto il controllo giapponese, appunto, nel 1971.
 
Cina e Taiwan, invece, sostengono entrambe che, sulla base di documenti storici, le Isole siano territorio di Taiwan (sulla quale Pechino rivendica la sovranità). Secondo i due Paesi, fin dal conflitto sino-giapponese del 1894-95, il Giappone ne assunse il controllo in maniera illegale.
 
Solo nel 1972, Cina e Giappone allentarono la disputa con la ripresa di reciproche relazioni diplomatiche. Nell’intento di evitare nuove frizioni con la Cina, nel 2003 il Governo di Tokyo decise di vendere tre delle cinque isole a privati. Nel 2010, l’arresto da parte delle Autorità giapponesi del capitano di un peschereccio cinese dopo uno scontro con due navi della Guardia Costiera, avvenuta al largo delle isole, acuì nuovamente le tensioni fino al settembre scorso, quando la richiesta di scuse avanzata da Pechino per la detenzione di 16 giorni del capitano della nave cinese ha avuto come risposta, da parte di Tokyo, una richiesta alla Cina di rimborso dei danni causati dalla collisione del peschereccio cinese con le navi guardiacoste giapponesi.
 
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