Skip to main content

Le mille e una possibilità del Mediterraneo

Il Mediterraneo torna al centro dell’attenzione nell’agenda italiana. Ora più che mai. Perché i vantaggi della cooperazione sono tanti in entrambi le direzioni. A sostenerlo è stato il premier Mario Monti durante il suo intervento al Milano Med Forum. L’incontro si svolge a Palazzo Mezzanotte di Milano fino a domani con la partecipazione di molti esperti e rappresentanti istituzionali che parleranno delle prospettive economiche e finanziarie del Mediterraneo.
 
“Ora più che mai dobbiamo rilanciare il nostro ruolo di Paese crocevia tra Europa e Africa, in grado di dialogare e avere rapporti di collaborazione con tutti i popoli della Regione. Vogliamo essere interlocutori privilegiati”, ha detto Monti. Secondo il presidente del Consiglio, l’impegno italiano nello sviluppo della Primavera araba ha la sua motivazione nelle possibilità e nelle difficoltà che accumunano l’Italia con i Paesi del sud del Mediterraneo. Non solo perché si tratta di vicini geografici, con le quali condividiamo una realtà di austerità e alto tasso di disoccupazione giovanile, ad esempio, ma anche perché la potenzialità dei rapporti commerciali è una possibilità in mezzo al buio.
 
Il ruolo (positivo) dell’impresa
Nel mantenere i legami e contribuire nel processo di stabilizzazione del Mediterraneo – nonostante l’anno scorso sia stato segnato dalle tensioni politiche ed economiche – è stato prezioso il ruolo delle imprese italiane. Per il presidente Monti sono stati fondamentali gli strumenti culturali e sociali che hanno contribuito a decifrare le aspirazioni dei popoli del Mediterraneo. Questi elementi, secondo il presidente del Consiglio, costruiscono il soft power dell’Italia: la capacità culturale di essere ascoltati senza fare nascere diffidenze come accade con alcuni Paesi forti come la Cina.
 
Questione di numeri
È il Mediterraneo il vero mercato domestico per l´Italia. L´interscambio fra l’Italia e i Paesi del Mediterraneo è pari a 60 miliardi di euro, secondo il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. E nella prospettiva di aumentare queste potenzialità è fondamentale il ruolo delle piccole e medie imprese.
 
Oltre alle ipotesi sulle relazioni tra le regioni e i popoli, c’è anche una base concreta che parla di quanto pesa sulla bilancia finanziaria lo scambio commerciale tra l’Italia e i Paesi del Mediterraneo: una ragione di quasi 2 miliardi di euro.
 
Secondo il rapporto presentato dalla camera di Commercio di Milano, a metà del 2012 lo scambio commerciale segnava un passivo di 1,9 miliardi di euro, con le importazioni a quota 30,5 miliardi e le esportazioni a 28,6 miliardi. L’area del Mediterraneo rappresenta il 15,6% delle importazioni italiane e il 14,7% del totale dell’export.
 
La leva dell’area euro-mediterranea
Aveva visto lungo Promos, l’azienda speciale della Cciaa per le attività internazionali, quando più di 15 anni fa aveva scelto il Mediterraneo come priorità geografica. E Milano Med Forum, che questo anno è alla sua terza edizione, rappresenta l’impegno per offrire a governi e alla business community euro-mediterranea un punto di riferimento e confronto per capire i cambiamenti della regione. Tra i temi di dibattito c’è l’accesso agli strumenti finanziari; lo sviluppo del capitale umano, mobility e job-creation; l’innovazione e start up; conciliazione e arbitrato e reti energetiche, infrastrutturali ed economia marittima.
 
Bruno Ermolli, presidente di Promos, ha spiegato che in questo momento “ai governi e le organizzazioni economiche europee e del Mediterraneo viene richiesto un salto di qualità, un new deal euro-mediterraneo, che abbia lo sviluppo sociale ed economico dell´area come priorità assoluta” . Ed è per questa ragione che è stato lanciato con entusiasmo il Centro Euromed per le micro, piccole e medie imprese; una leva per la crescita economica e sociale e la pietra angolare di un’area euro-mediterranea realmente integrata.


×

Iscriviti alla newsletter