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Le prossime sfide dei giochi on line

“Il gioco ha assicurato nel 2011 un gettito di 9 miliardi, cifra che può ancora crescere stringendo le maglie intorno ali fenomeni del sommerso e di quello che oggi è ancora borderline”. L’affermazione del direttore per i Giochi dei Monopoli di Stato Roberto Fanelli – lanciata nel corso del workshop “Finanza, Gioco e Legalità” che Codere ha organizzato a Roma – può sembrare più banale di quanto in realtà non sia. Soprattutto se si considera la particolare fase economica che sta attraversando il mercato dei giochi in Italia. Il bilancio continua a crescere, nel 2012 ci si attende una raccolta attorno agli 87 miliardi, circa il, 9% in più del 2011 (79,9 miliardi), ma in realtà i segmenti in crescita sono solo quelli, videolottery e gioco online, che beneficiano dei regimi fiscali più vantaggiosi. In altre parole, qualunque incremento delle giocate difficilmente produrrebbe un aumento del prelievo. Insomma, portando agli estremi la frase di Fanelli, l’emersione del sommerso e la sottrazione di quote di mercato al settore illegale appaiono come l’unico modo per riportare il gettito in crescita.

La lotta al gioco illegale si conduce sempre più su due fronti, quello tradizionale dei sequestri, e quello dell’informazione. I risultati sul primo fronte li ha riassunti il tenente colonnello Gabriele di Guglielmo del reparto tutela economica della Guardia di Finanza, sempre nel corso del convegno Codere. Nel 2011 sono state accertate 7.504 violazioni, e verbalizzati 8.274 soggetti. I sequestri hanno colpito 3.933 slot illegali e 1.549 punti di raccolta scommesse non autorizzati o clandestini. Ma di Guglielmo ha spiegato anche che “nel 2011 è diminuito visibilmente il numero degli apparecchi sequestrati, sia grazie al lavoro della Guardia di Finanza in sinergia con i Monopoli di Stato, sia grazie alla nuova normativa che permette di manipolare più difficilmente le macchine”.

Ma la lotta al gioco illegale è sempre più una guerra di informazione. Lo aveva spiegato già qualche giorno fa Francesco Rodano, dirigente dei Monopoli di Stato che si occupa del gioco online, parlando della black list dei siti inibiti. In teoria, se un utente italiano cerca di connettersi alla pagina web di una compagnia senza concessione, si trova di fronte a una schermata con il logo dell’Aams che informa che il dominio non è raggiungibile e rinvia alla lista dei concessionari autorizzati. In realtà, si tratta di “una misura che di fatto non serve a nulla” aveva spiegato Rodano, “il blocco posto dai Monopoli di Stato può essere aggirato in una decina di secondi facendo una semplice ricerca su internet. Tuttavia serve a avvertire i giocatori che ci sono dei siti, pressoché identici a quelli autorizzati, che tuttavia operano illegalmente”. Un concetto che non vale solo per l’online, e che ha ribadito anche Roberto Fanelli, nel corso dell’incontro di Roma. “Sottolineare l’importanza della legalità nel mondo del gioco, diffonderne la cultura è prima di tutto un valore per l’intero comparto. È un’azione strategica continua che come ente regolatore dobbiamo rafforzare il più possibile, con confronti come questo, con il presidio del territorio e raccontando l’azione che come Monopoli coordiniamo”.

A ben guardare, tuttavia, il mercato illegale non è l’unico problema da risolvere. Solo per fare alcuni esempi, è necessario varare provvedimenti efficaci per il contrasto del gioco patologico, razionalizzare le reti di raccolta, riordinare la disciplina di pubblica sicurezza. Ma si tratta di “un lavoro complesso che non credo possa concludersi di qui alla fine della legislatura” ha annunciato il, senatore Riccardo Pedrizzi. “Quello dei giochi è un settore in continua trasformazione e non può regolamentarsi da solo. Bisogna garantire correttezza e trasparenza e deve essere assicurato il rispetto di ordine pubblico e di salvaguardia delle fasce più deboli”. Ma visto che – come ha riassunto lo stesso Pedrizzi – “il settore conta 120.000 addetti e ha fatto segnare un incremento dell’occupazione del 16 per cento”, si può facilmente capire come esso stesso sia il primo a chiedere correttezza e la trasparenza. “Il mio sogno per il futuro è semplicemente di poter vedere un periodo concessorio che inizi e finisca con le stesse regole e con la certezza che quelle regole vengano applicate”, ha confidato Massimo Ruta, country manager di Codere.

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