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Monti a giudizio di City e Intelligence

L´anniversario del premier Monti si fa turbolento. A un anno dal suo insediamento a Palazzo Chigi, il giudizio dei poteri forti sul suo operato non è unanime. E le accuse sulla partecipazione del premier e di altri esponenti di governo alla riunione romana del gruppo Bilderberg, che riunisce ogni anno le personalità più influenti al mondo in campo economico, politico e bancario, attizzano polemiche sulla stampa nazionale.

“E´ ovvio che tra i nostri rappresentanti del governo e i super boss stranieri ci sono parecchie questioni da discutere, sulla pelle degli italiani. Conflitto di interesse per Monti?”, punta il dito il quotidiano Libero diretto da Maurizio Belpietro sulla cena per 40 persone ai Musei Capitolini e sulla riunione più ristretta del comitato all´Hotel de la Russie.

Ma fonti di Palazzo Chigi spiegano che Monti ha accettato l´invito per poter parlare delle misure adottate dall´Italia per combattere la crisi e che “le polemiche sono fuori luogo”.   Dei provvedimenti decisi dal governo Monti nell´ultimo anno si discute anche lontano dai palazzi romani e dal gruppo Bilderberg. La società di intelligence e di analisi geopolitiche Stratfor, guidata dal politologo George Friedman e dall’analista Robert D. Kaplan, ha elaborato un significativo report sull´operato di Monti e sulle prospettive italiane in vista delle elezioni di aprile. Il giudizio di Stratfor è secco.   Il rapporto è intitolato ‘La frammentazione politica italiana´. “La premessa è già piuttosto eloquente”, ha commentato il giornalista Stefano Sansonetti in un articolo pubblicato su ItaliaOggi e MilanoFinanza. Sansonetti ha riportato alcuni passaggi fondamentali del report. “Anche se la crisi europea si è un po´ attenuata”, si legge nelle pagine iniziali, “l’Italia rimarrà una fonte di preoccupazione per i suoi partner nell’Ue”. Del resto “il Paese sta andando verso una maggiore frammentazione politica e una più marcata instabilità governativa che renderà molto più difficile portare a compimento le riforme”.

Più morbida invece la posizione e il commento del Financial Times sull´operato del governo. La voce della City preme sul ritorno della credibilità del Paese a livello europeo e non solo.   “I due principali partiti italiani vogliono che si vada oltre Monti dopo la fine della sua presidenza – ha sottolinea oggi FT -. Ma Pierferdinando Casini, il leader dell´Udc, considera l´attuale premier l´unica garanzia di stabilità se, come si teme, le elezioni della primavera prossima daranno luogo a un parlamento frammentato senza un reale vincitore, contro uno scenario di crescente rabbia contro una classe politica screditata”.

“Gli sforzi di persuadere Monti a candidarsi sono finora falliti, sebbene il premier abbia dichiarato di voler servire il Paese se sarà chiamato a farlo, proprio come lo scorso anno, dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi”, prosegue.

Ma l´endorsement del Financial Times a un bis del governo del professore va ancora oltre. “La sua prudenza è comprensibile. Anche tralasciando le difficoltà di guidare una coalizione eterogenea e circondata da politici litigiosi, Monti sta perdendo la sua popolarità mentre la recessione si aggrava. A un anno dall´affidamento dell´incarico, il “Monti dividend” ha ristabilito la credibilità italiana sulla scena internazionale e, con Mario Draghi alla Bce, una strategia condivisa che ha placato i timori dei mercati sull´euro”, conclude il quotidiano londinese.

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