È nata la Coalizione nazionale della rivoluzione siriana, l´unione delle forze che fino adesso hanno combattuto – in maniera molto divisa – contro il regime di Bashar Assad. Dopo mesi di negoziazione, l´alleanza ora è associata nella missione comune di smuovere il governo. E per avere la fiducia internazionale conta sulla guida di un´unica leadership. Un passo in avanti che potrebbe accelerare la risoluzione del conflitto, ma non garantirla.
Appena tornato da Doha, capitale del Qatar dove si è svolta la riunione di questa neonata coalizione con il gruppo Amici della Siria, Maurizio Massari, ministro plenipotenziario e inviato speciale del ministro degli Esteri per i Paesi del Mediterraneo e le Primavere arabe, si dice soddisfatto degli obiettivi raggiunti ma consapevole che il lavoro è solo all´inizio. In conversazione telefonica con Formiche.net, spiega che “la creazione di questa coalizione è un momento cruciale per l´alternativa politica, che è l´unica uscita immaginabile per la situazione che si vive in Siria”. Oltre all´Italia, sono impegnati nel gruppo Amici della Siria Inghilterra, Francia, Germania, Turchia, Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi, Stati Uniti, Giordania ed Egitto.
Senza più alibi
Secondo Massari, la costituzione dell´alleanza delle opposizioni è stata accolta positivamente dall´opinione pubblica in Siria, un successo fondamentale per l´esito delle negoziazioni. Raggiunto il primo passo, che è la costituzione di questa struttura tecnica, segue il lavoro pratico sul territorio: l´assistenza sulle zone liberate e i consigli locali, l´impegno diretto con la popolazione. Il ministro ha detto che la coalizione schiaccia l´alibi che fino adesso ha mantenuto al margine l´intervento della comunità internazionale, ovvero la diffidenza verso le multiple fratture e scontri all´interno del movimento anti-Assad. “Ora che l´opposizione siriana è d´accordo non possiamo fare altro che sostenerli. Dopo tutte le trattative, se venissimo a mancare noi il fallimento sarebbe assicurato”, ha detto Massari.
Tutto tranne armamenti
L´opposizione siriana si è unificata, così come i Paesi del gruppo Amici della Siria lo chiedevano, e adesso sono pronti alle petizione: per combattere il regime di Assad hanno bisogno di un riconoscimento politico, di contributi economici e umanitari e di armamenti di artiglieria pesante.
Secondo Massari la prima richiesta è stata esaudita con la legitimizzazione del Consiglio da parte degli Amici della Siria. L´arrivo dei soccorsi umanitari nelle zone liberate attraverso i consigli locali sarà immediato, così come il contributo economico ai fondi di aiuti per la ricostruzione delle zone colpite.
Sul terzo aspetto, la questione delle armi, il rifiuto è unanime. “Non daremo armamenti, anche perché in alcuni Paesi europei c´è l´embargo e non si potrebbe sul piano legale. Forniremmo l´opposizione, invece, di materiale non letale con il quale cercheranno di difendersi dagli attacchi del regime”, dichiara Massari. Il diritto di difendersi sarà riconosciuto, quindi, ma non sostenuto con artiglieria pesante.
Un pericoloso quadro di tensioni
L´importanza della coalizione dell´opposizione è tale che, secondo Massari, persino Mosca si è resa disponibile per il dialogo tra il regime e le forze unite dell´opposizione siriana. Fino ad oggi Russia, Cina e Iran sono state resistenti al processo di pacificazione in Siria, ma Massari ha detto che con la creazione di questa alleanza e il rafforzamento della sua credibilità – saranno sicuramente più aperti e prenderanno atto di quella realtà. Sugli ultimi attacchi di difesa da parte dell´Israele verso il territorio siriano, Massari dice che si tratta dell´effetto della politica di Damasco di “esportare instabilità” su un Paese confinante. Il pericolo è il nesso diretto con l´Iran in quadro di complesse tensioni regionali al punto di esplodere.
Appena tornato da Doha, capitale del Qatar dove si è svolta la riunione di questa neonata coalizione con il gruppo Amici della Siria, Maurizio Massari, ministro plenipotenziario e inviato speciale del ministro degli Esteri per i Paesi del Mediterraneo e le Primavere arabe, si dice soddisfatto degli obiettivi raggiunti ma consapevole che il lavoro è solo all´inizio. In conversazione telefonica con Formiche.net, spiega che “la creazione di questa coalizione è un momento cruciale per l´alternativa politica, che è l´unica uscita immaginabile per la situazione che si vive in Siria”. Oltre all´Italia, sono impegnati nel gruppo Amici della Siria Inghilterra, Francia, Germania, Turchia, Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi, Stati Uniti, Giordania ed Egitto.
Senza più alibi
Secondo Massari, la costituzione dell´alleanza delle opposizioni è stata accolta positivamente dall´opinione pubblica in Siria, un successo fondamentale per l´esito delle negoziazioni. Raggiunto il primo passo, che è la costituzione di questa struttura tecnica, segue il lavoro pratico sul territorio: l´assistenza sulle zone liberate e i consigli locali, l´impegno diretto con la popolazione. Il ministro ha detto che la coalizione schiaccia l´alibi che fino adesso ha mantenuto al margine l´intervento della comunità internazionale, ovvero la diffidenza verso le multiple fratture e scontri all´interno del movimento anti-Assad. “Ora che l´opposizione siriana è d´accordo non possiamo fare altro che sostenerli. Dopo tutte le trattative, se venissimo a mancare noi il fallimento sarebbe assicurato”, ha detto Massari.
Tutto tranne armamenti
L´opposizione siriana si è unificata, così come i Paesi del gruppo Amici della Siria lo chiedevano, e adesso sono pronti alle petizione: per combattere il regime di Assad hanno bisogno di un riconoscimento politico, di contributi economici e umanitari e di armamenti di artiglieria pesante.
Secondo Massari la prima richiesta è stata esaudita con la legitimizzazione del Consiglio da parte degli Amici della Siria. L´arrivo dei soccorsi umanitari nelle zone liberate attraverso i consigli locali sarà immediato, così come il contributo economico ai fondi di aiuti per la ricostruzione delle zone colpite.
Sul terzo aspetto, la questione delle armi, il rifiuto è unanime. “Non daremo armamenti, anche perché in alcuni Paesi europei c´è l´embargo e non si potrebbe sul piano legale. Forniremmo l´opposizione, invece, di materiale non letale con il quale cercheranno di difendersi dagli attacchi del regime”, dichiara Massari. Il diritto di difendersi sarà riconosciuto, quindi, ma non sostenuto con artiglieria pesante.
Un pericoloso quadro di tensioni
L´importanza della coalizione dell´opposizione è tale che, secondo Massari, persino Mosca si è resa disponibile per il dialogo tra il regime e le forze unite dell´opposizione siriana. Fino ad oggi Russia, Cina e Iran sono state resistenti al processo di pacificazione in Siria, ma Massari ha detto che con la creazione di questa alleanza e il rafforzamento della sua credibilità – saranno sicuramente più aperti e prenderanno atto di quella realtà. Sugli ultimi attacchi di difesa da parte dell´Israele verso il territorio siriano, Massari dice che si tratta dell´effetto della politica di Damasco di “esportare instabilità” su un Paese confinante. Il pericolo è il nesso diretto con l´Iran in quadro di complesse tensioni regionali al punto di esplodere.