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Perché in Vaticano è arrivato il James Bond della finanza

René Brulhart, ex direttore della Financial Intelligence Unit del Liechtenstein, definito come il “James Bond della finanza” dal settimanale britannico The Economist, è stato nominato direttore dell’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria. L’Aif è stata istituita da Benedetto XVI nell’aprile 2011 per adeguare il Vaticano alle normative internazionali in materia di antiriciclaggio ed entrare, finalmente, nella “white list” dell’Ocse. Il giovane svizzero, appena quarantenne, prende il posto di Francesco De Pasquale, che dirigeva l’autorità da poco più di un anno. Quest’ultimo, quindi, dovrà ora “accontentarsi” di sedere nel Consiglio direttivo dell’Autorità insieme con il cardinale Attilio Nicora e ad altri quattro membri.
Sebbene Brulhart abbia iniziato a collaborare informalmente con il Vaticano verso la fine del 2011, la formalizzazione del rapporto con le autorità d’Oltretevere è arrivata lo scorso settembre con la nomina a consulente del Vaticano nella lotta ai crimini finanziari. E ora la promozione alla guida del più importante organismo finanziario della Santa Sede, che segna il riconoscimento delle autorità vaticane per gli importanti risultati ottenuti in campo finanziario.
Chi è Brulhart
Brulhart è, infatti, insieme con l’avvocato americano Jeffrey Lena, l’ispiratore della legge antiriclaggio del Vaticano. E, in particolare, della seconda versione della legge, quella riscritta velocemente nel giro di poche settimane dalla Segreteria di Stato alla fine del 2011 e promulgata nel gennaio 2012. Le modifiche apportate alla versione originaria della legge suscitarono le reazioni del cardinale Attilio Nicora e dell’allora presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, i quali manifestarono la preoccupazione per un possibile ridimensionamento dell’organismo finanziario.
L’azione del Papa
Ma il rapporto di Moneyval, che sostanzialmente ha promosso i passi compiuti dalla Santa Sede in materia finanziaria, ha sconfessato la linea del cardinale Nicora e dell’ex presidente dello Ior, chiedendo però, al contempo, che lo “Ior sia sottoposto alla vigilanza prudenziale di un supervisore indipendente e che vengano da questo ultimo applicati i requisiti di affidabilità e correttezza al senior management delle istituzioni finanziarie”. Benedetto XVI ha quindi ritenuto opportuno procedere con forza nella propria azione verso una maggiore trasparenza, accogliendo sino in fondo le richieste dell’ente del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio.
I perché dell’arrivo dello svizzero
A favore di Brulhart, però, ha giocato anche la nazionalità. E più che il fatto di essere svizzero, quello di non essere italiano. Benedetto XVI, infatti, dopo il caso Vatileaks, considerato una “guerra” tutta italiana all’interno del Vaticano, sta portando avanti un processo di internazionalizzazione della curia. E la recente decisione di creare sei nuovi cardinali, escludendo prelati italiani di spicco quali Mons. Rino Fisichella ed il Patriarca di Venezia, è un segno di tale cambiamento.
I motivi della sostituzione di De Pasquale
De Pasquale, quindi, ex funzionario dell’Ufficio italiano cambi e della Banca d’Italia, paga la provenienza italiana e la sua lunga militanza negli istituti finanziari nazionali. Andrea Tornielli, vaticanista de La Stampa, scrive sul sito Vatican Insider che “la sostituzione di De Pasquale, segna un ridimensionamento operativo degli uomini provenienti da Bankitalia, la cui influenza, propiziata dall’allora presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, era stata considerata eccessiva”.
Il rebus dello Ior
Manca ora, però, il tassello finale del nuovo assetto finanziario del Vaticano, ovvero la nomina del nuovo presidente dello Ior. Da Oltretevere hanno più volte ripetuto di non avere fretta, ma questa lunga attesa dimostra come si stia cercando di individuare la persona più idonea e che riesca a fornire determinate garanzie. Ciò che è praticamente certo, però, è che non si tratterà, questa volta, di un italiano. Nulle sono quindi, secondo le indiscrezioni raccolte, le speranze dell’attuale direttore generale dello Ior ,Roberto Cipriani, ritenuto il principale avversario di Gotti Tedeschi e uno dei protagonisti del suo allontanamento. Secondo molti osservatori, infatti, si starebbe aspettando l’uscita di scena di uno dei protagonisti principali delle vicende che hanno ultimamente scosso il Vaticano, un altro italiano. Ovvero, il Segretario di Stato Tarcisio Bertone.

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