Biodiesel, bioetanolo, biogas. Questi i nomi dei combustibili che in un futuro non tanto lontano potrebbero coniugare sviluppo industriale e minor inquinamento. Non idrocarburi ma biomasse provenienti da residui agricoli o scarti di foreste, agricoltura e industria alimentare. Senza dimenticare gli oli esausti, la parte organica dei rifiuti urbani e, momento più sperimentale e avveniristico ma anche più carico di promesse, quello che vede le alghe alla base delle nuove forme di produzione energetica. A questo tema e a quello più specifico del biocombustibile per l´aviazione, ieri si è svolto a Roma il convegno “Sustainable Pro-poor development of aviation biofuels”. Partecipanti e relatori alla giornata di studio hanno messo in evidenza come attraverso il biocombustibile l´aviazione potrà essere in grado di abbattere le emissioni di CO2 dovute al traffico aereo, contenere i costi sostenuti dalle compagnie aeree legati al continuo aumento del prezzo del petrolio e favorire opportunità per le regioni più povere del pianeta.
Le parole di Petrignani
Obiettivi ribaditi da Boeing, Enalg, Eni, Ifad, Solena e il centro ricerche biomasse dell´Università di Perugia. Organizzatori e partecipanti hanno messo in evidenza quanto l´uso di combustibili biologici potrà permettere lo sviluppo del traffico aereo mondiale, tutelando al tempo stesso l´ambiente. Il presidente di Boeing Italia, Rinaldo Petrignani, ha fatto presente l´adesione della compagnia Usa “all’obiettivo del sistema internazionale ridurre del 50% l’inquinamento ambientale entro il 2050 attraverso la regolamentazione del traffico aereo e quello dell’uso di combustibili biologici”. Ovviamente si tratta “di trovare dei biocarburanti che non incidano sulla produzione dei generi alimentari”, ha sottolineato l´ex ambasciatore italiano negli Stati Uniti. Traguardo, questo, fondamentale per Boeing.
Lo studio di Boeing
Nel suo “Rapporto ambiente 2011”, la compagnia afferma infatti che la produzione di biocombustibili non deve avvenire a scapito di quella di generi alimentari. A questo proposito è stato fatto l´esempio dell´uso di alghe, affermando che si tratta ora di identificare le tecnologie più appropriate per il loro sfruttamento. La questione è trovare generi alimentari, tecnologie e Paesi in cui impiegare queste nuove soluzioni.
La posizione del governo
Il ruolo italiano è stato messo in primo piano dal ministro per l´ambiente. “L’Italia è molto impegnata nella ricerca e sviluppo sui biocarburanti di seconda generazione, che ovviamente rappresentano una risposta sia nel settore del trasporto normale che in quello dell’aviazione”, ha detto il ministro Corrado Clini nel suo intervento. Secondo il ministro il nostro Paese può svolgere un ruolo di avanguardia nella ricerca per risolvere la questione delle emissioni legate al traffico aereo. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Ministero dell’Ambiente, Vicariato di Roma e Boeing Italia, aveva infatti proprio l’obiettivo di individuare una via percorribile per lo sviluppo di biocarburante sostenibile per l’aviazione commerciale e militare.