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Renzi è più liberista di Monti e Fornero

Se qualcuno pensava che Matteo Renzi per vincere il ballottaggio nelle primarie di centrosinistra edulcorasse alcune tesi più riformistiche si stupirà non poco nel leggere le ultime dichiarazioni del sindaco di Firenze. Altro che corteggiamento ai simpatizzanti di Nichi Vendola e della sinistra anti apparato.

Sul lavoro, anche sulla scorta delle tesi del senatore Pd e giuslavorista Pietro Ichino, Renzi rilancia e giudica così il lavoro del ministro Elsa Fornero: “La riforma pensioni Fornero per me è ok”, mentre quella sul lavoro “no, è troppo timida”, ha detto a Radio 24.

Il candidato alle primarie del centrosinistra ha poi riconosciuto che “c’è il problema degli esodati e c’è da chiedere qualcosa a chi è andato in pensione troppo presto”.

“La riforma sulle pensioni funziona, quella del lavoro no, è troppo timida, perché occorre un investimento diverso”, ha aggiunto Renzi.

“Se vinciamo noi – ha detto – il primo atto sarà un gigantesco piano del lavoro, che tenga insieme lotta alla burocrazia, contratto unico, start-up, flex-security. Il punto centrale è far crescere la produttività di questo meraviglioso Paese. Siamo tenuti ai margini del ring mondiale – ha concluso Renzi – da una classe burocratica”.

Non si può non pensare alla evoluzione del Pd nel caso di vittoria alle primarie di Renzi. Posizioni come quella del sindaco di Firenze su lavoro e l flessibilità in uscita esporrebbero da un lato a una emorragia di voti e di consensi verso sinistra e dall’altro ad attirare voti moderati e liberali che trasformerebbero il Partito democratico in un partito liberale di massa. Forse, però, senza la massa.

 



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