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Una Finanziaria (austerissima) per il Portogallo

“Fatemi uscire da questo film”. Una donna che aveva in mano questa scritta ha trascorso la giornata di oggi davanti al Parlamento portoghese, secondo il racconto del corrispondente da Lisbona del quotidiano spagnolo El País, Antonio Jimenez Barca.

La tensione della manifestazione nella capitale aumentava mentre i deputati discutevano la Finanziaria più austera nella storia del Paese. Alla fine è bastato il voto dei 244 parlamentari della coalizione conservatrice al governo per approvare il documento. L´opposizione (rappresentata dal partito socialista e dal partito comunista) si è pronunciata contro.

Tutti pensano al rischio di default dell´economia greca ma c´è da fare attenzione anche al pericolo del Portogallo. La bomba sociale sembra essere innescata. Con il piano economico per il 2013 è previsto un aumento sproporzionato delle tasse nel tentativo disperato di ridurre il deficit. È stata imposta una nuova tassa del 3,5% sul patrimonio, che adesso dovranno pagare anche i pensionati, i disabili e i disoccupati. Abolita la tredicesima per gli impiegati.

In più, è previsto un calo della crescita del 1% e l´aumento della disoccupazione al 16,8% e tagli nella sanità e l´istruzione. La ripartenza, secondo il ministro delle Finanze Vítor Gaspar, non avverrà prima del 2014.   Il governo si difende dicendo che il margine di manovra è scarso: bisogna coprire la spesa pubblica. Ma i tagli sono generali e vanno a colpire una classe media già fiaccata dalla recessione. Dall´intervento economico di aprile del 2011 il Portogallo non si è sollevato, anzi. Forse presto sarà necessaria un´altra iniezione di risorse.

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