La disponibilità di Mario Monti nella corsa alla premiership è l’argomento del giorno e subito sono arrivate le reazioni delle principali forze politiche. Su tutte era attesa quella del Popolo delle Libertà, chiamato in causa più volte da Monti in conferenza stampa. E Angelino Alfano, segretario del partito, è stato durissimo. Con le parole di oggi “è preclusa ogni ipotesi di collaborazione. Si è candidato a collaborare con la sinistra” e lo ha fatto con un dire “ambiguo, da vecchio politico”. Il segretario non si è detto pentito di aver tolto la fiducia al governo. Secondo Alfano “Monti ha voluto drammatizzare la situazione, perché al netto delle chiacchiere c’era un accordo per andare a votare il 10 marzo”.
Le parole di Alfano sono stato prontamente commentate dal premier, ospite della trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Annunziata. “Sono esattamente queste le reazioni che è interessante avere, positive e negative. In questa agenda espongo posizioni note da anni sul mio pensiero e sull’azione di questo anno di governo e può darsi benissimo che non ci sia nessuna possibilità collaborazione, su questo nessuno è miglior giudice dell’onorevole Alfano”.
Un coro di reazioni negative è arrivato dagli altri esponenti del Pdl. A partire da Cicchitto, capogruppo alla Camera, secondo il quale “la posizione espressa dal Presidente Monti purtroppo misconosce il fatto che alle origini del suo governo c’è stato un atto di responsabilità compiuto proprio dal presidente Berlusconi. Per ciò che riguarda le prospettive future appare evidente che Monti ha escluso di porre in essere ciò che era emerso all’ultimo incontro di Bruxelles del Ppe, vale a dire di assumere la leadership di tutti i moderati che evidentemente non può non coinvolgere anche il Pdl. Al contrario Monti ha concentrato il suo fuoco polemico proprio su Berlusconi, su Alfano e sul Pdl”. Per lo stesso motivo, ha affermato il vicecapogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello, Monti è stato “politicamente ingeneroso e in alcuni casi anche inconsapevole delle dinamiche storiche alla base dei fenomeni sui quali con tanta puntigliosità si e’ soffermato”.
Nichi Vendola, anche lui citato da Monti, ha rifiutato l’etichetta di conservatore attribuitagli dal premier. “Vorrei rassicurarlo relativamente a ciò che più lo turba: nessuno di noi si batte per una prospettiva di regresso, nessuno intende tornare indietro. Il punto al contrario è che urgente procedere, andare avanti: nel senso di far guadagnare diritti alla società italiana. Penso che non si possa credere che i diritti siano il segno di un mondo arcaico, un reperto archeologico”.
Per Massimo Donadi, portavoce di Diritti e Libertà, l’espressione “Agenda Monti è impropria, l’abbiamo sempre contestata. Ciò che esiste, invece, è l’Agenda Italia, composta da tutti gli impegni internazionali sottoscritti e ratificati da governo e parlamento negli ultimi tre anni”.
Anche alla Lega, il discorso del professore non è piaciuto. “Monti: non mi candido, ma forse sì. Ha imparato da Casini e dai democristiani più falsoni della prima Repubblica”, ha commentato il segretario della Lega Roberto Maroni su Twitter. “E’ stata una conferenza stampa in cui ha celebrato solo sè stesso e il suo governo – ha affermato il capo grullo alla Camera Gianpaolo Dozzo -, nascondendo i pessimi risultati delle politiche da lui adottate. Monti ha inoltre pressoché ignorato le domande dei giornalisti, non dicendo chiaramente cosa intenda fare: l’unica cosa certa e’ la sua arroganza”.
Parole di apprezzamento sono invece arrivate dall’Udc e da Fli. A Giancarlo Galletti il discorso di Monti è “piaciuto molto”, mentre secondo Italio Bocchino Monti ha dato prova di “grande leadership. E’ evidente che la politica italiana ha ancora bisogno di lui”.