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I piani di Bassanini e Gorno su Avio, Generali e…

Non un fondo, ma il mondo strategico italiano. I dossier sul tavolo della Cassa Depositi e Prestiti scottano, e la conferenza stampa di fine anno, ha fornito l’occasione per illustrare le potenziali mire del Fondo strategico italiano (Fsi), creato per investire nei settori di rilevanza strategica per il Paese e di cui la Cassa depositi e prestiti presieduta da Franco Bassanini e guidata dall’ad, Giovanni Gorno Tempini, è l’azionista di riferimento.

Ecco le partite aperte e quelle su cui si è già fatto il punto.

Alitalia
Il Fondo strategico italiano non è interessato ad Alitalia. Il presidente di Fsi e amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti, Giovanni Gorno Tempini, ha spiegato che
“Alitalia ha caratteristiche tali, oggi, per non essere considerata investibile dal Fondo strategico”. “Abbiamo comunque tutto il rispetto per ciò che si sta facendo per il risanamento di Alitalia”, ha concluso.

Avio
“Al momento non abbiamo altri dossier aperti se non per Avio nella sua interezza”, ha aggiunto Gorno Tempini. “Abbiamo riferito al venditore – ha detto – che noi eravamo pronti a seguire operazioni o di quotazione o di altri investitori. Questa disponibilità è stata resa nota ed esplicita”.
Tira le conclusioni Maurizio Tamagnini, ad del Fondo strategico italiano. ‘Su Avio ci sono alternative più probabili delle nostre”. Secondo le indiscrezioni di stampa Avio potrebbe infatti finire in pancia alla General Electric.

Fincantieri
“Fincantieri è un’azienda che rappresenta un’eccellenza italiana, che ha saputo mantenersi competitiva. L’abbiamo acquisita perché è dentro Fintecna e intendiamo gestirla come una partecipazione importante per valorizzarla al meglio e anche rafforzarla”, ha detto l’amministratore delegato Cdp.

Sulle modalità per rafforzare Fincantieri Gorno Tempini non ha dato indicazioni precise: “Il come è prematuro dirlo perché ora ancora non ci sono ipotesi concrete”.

Generali
“Siamo molto contenti che la Banca d’Italia abbia visto nel Fondo strategico italiano il modo di risolvere il tema di Generali, e molto contenti che, attraverso l’operazione, abbia voluto una partecipazione stabile nel Fondo”.

Questo il commento di Gorno Tempini dopo la decisione di Bankitalia di cedere la sua partecipazione in Assicurazioni Generali al Fondo Strategico Italiano in cambio di azioni Fsi di nuova emissione. L’ad ha quindi escluso che l’ingresso della Banca d’Italia nel fondo della Cdp possa determinare conflitti d’interesse.

Sull’operazione, ha sottolineato l’ad, c’è stata “trasparenza assoluta” e quella della Banca d’Italia sulla Cdp “è una vigilanza speciale e non ordinaria”.

I piani del Fondo e il bilancio Cdp per il 2012
Il nostro obiettivo è rimanere azionisti di riferimento del fondo strategico, ma anche allargare la base sociale perché così aumenteranno le risorse a disposizione delle aziende italiane”, ha spiegato Gorno Tempini.

Il raggio d’azione del Fsi non si limita ai confini italiani. “Con il Qatar abbiamo firmato un accordo di coinvestimento, con altri investitori il dialogo è ancora in corso”, ha sottolineato l’ad.
“Sicuramente l’utile netto della Cassa depositi e prestiti supererà abbondantemente i due miliardi di euro per l’anno in corso”, ha annunciato Gorno Tempini ricordando che l’anno scorso l’utile netto della cassa è stato di 1,6 miliardi di euro.
Inoltre nel 2012 ammontano “a circa 20 miliardi le nuove attività deliberate”, ha aggiunto, spiegando che “a fine 2012 pensiamo di raggiungere almeno il 90% del piano triennale. Stiamo raggiungendo gli obiettivi triennali già nel biennio. Il 2012 è stato un anno molto intenso e molto importante”.

La mission di Cdp e Fsi. Parla Bassanini
Il ruolo svolto dalla Cassa depositi e prestiti, soprattutto in una fase di crisi economica come l’attuale, “è strategico” perché la Cassa “può operare a sostegno della crescita dell’economia e dell’infrastrutturazione del Paese utilizzando risorse finanziarie private”, ha sottolineato invece il presidente della Cdp, Franco Bassanini.

Per sgomberare il campo da ogni dubbio sulla reale mission della Cdp, Bassanini ha quindi concluso: “Noi non miriamo ad acquisire il controllo diretto delle imprese, ma interveniamo al fianco di azionisti e imprenditori che ce lo chiedono. Siamo diversi dall’Iri e abbiamo un compito diverso”.

 

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