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Il Bernanke giapponese accontenta Abe

Il primo ministro liberaldemocratico giapponese Shinzo Abe porta a casa il primo punto a suo favore. Il comitato di politica monetaria della Banca del Giappone (BoJ) ha deciso infatti di allentare la politica monetaria, dopo un’intensa campagna in questo senso del neoeletto premier affinché la Banca centrale rafforzasse la sua politica contro la deflazione.

Le misure decise dalla BoJ
Il comitato ha deciso di espandere il suo programma di acquisto titoli (lo strumento principale in una situazione di tassi d’interesse vicini allo zero) e ha promesso di rivedere nella prossima riunione di gennaio gli obiettivi di inflazione, come richiesto da Abe nella compagna elettorale. In una mossa ampiamente scontata dal mercato, la BoJ ha votato un aumento del programma di acquisti di titoli di oltre il 10%, di 10mila miliardi di yen a 101mila miliardi di yen (900 miliardi di euro). La somma aggiuntiva sarà dedicata all’acquisto indiretto di titoli del Tesoro e obbligazioni dello Stato.

L’indice sulla fiducia delle imprese
Il comitato di politica monetaria ha sottolineato come, anche per via della crisi del debito della zona euro, “le esportazioni e la produzione industriale sono diminuite, e questo ha danneggiato la domanda interna, compresi gli investimenti fissi delle imprese”. La scorsa settimana, l’indagine periodica della Banca centrale aveva mostrato come la fiducia dei grandi produttori giapponesi avesse registrato a dicembre un netto calo toccando il livello più basso dal marzo 2010. La Boj ha inoltre annunciato una nuova maxi iniezione di liquidità per le banche che potranno richiedere prestiti “illimitati” con un interesse dello 0,1%. La banca stima che tali interventi, previsti almeno fino a marzo 2014, possano toccare i 15 mila miliardi di yen (circa 135 miliardi di euro).

Il nodo della nomina del nuovo governatore della BoJ
La linea di Abe è una apparente “entrata a gamba tesa” sul principio di indipendenza della banca centrale che caratterizza le economie avanzate fin dal secolo scorso. Il governatore Masaaki Shirakawa, nominato nel 2008, vedrà il suo mandato scadere ad aprile, e a quel punto Abe potrebbe scegliere di nominare un governatore più in linea con le sue posizione, sperando così di influenzare maggiormente la politica monetaria. Tuttavia la questione è più complessa, sia per lo statuto della Banca del Giappone, sia per il fatto che una eccessiva ingerenza del governo sulla Banca centrale potrebbe innescare ostilità delle imprese, sia per il fatto che eventuali drastici cambi di rotta su questo versante andrebbero anche gestiti da Tokyo nel quadro delle relazioni internazionali.

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