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Non dite a Brunetta che Tremonti…

Ricordate il Divo Giulio della Seconda Repubblica? Sembra passato un secolo che “il” Professore era lui, trattato con i guanti bianchi dal Corriere della Sera e financo da Repubblica. Riuniva i banchieri italiani ogni lunedì a Milano per dargli la linea. Faceva la spola Roma-Bruxelles dove era l’unico membro del governo Berlusconi che fosse ritenuto degno di interlocuzione seria. Era non amato per la verità, ma rispettato e temuto quello sì.

Giulio Tremonti è stato il super ministro dell’Economia nel lungo periodo in cui il nome tutelare di Mediaset è stato a Palazzo Chigi. Non ha avuto sempre frequentazioni degne del suo celebre snobismo, ma di certo dal suo bunker di via Venti Settembre ha dato le carte della politica economica italiana.

Ha siglato la pace con le fondazioni bancarie, ha disegnato un ruolo innovativo e centrale per Cassa Depositi e Prestiti, ha influenzato le nomine nelle aziende pubbliche (i presidenti di Eni, Enel e Finmeccanica) ed è stato accusato (da ultimo da Cesare Geronzi) di essere stato dietro ad alcune grandi operazioni avvenute nell’ambito di istituzioni finanziarie private. Da volto spendibile e gran teorico del centrodestra, Tremonti è stato – con la cacciata del Cavaliere e l’arrivo di Monti – marginalizzato.

Per la verità, è stato lui a volersi mettere al lato e all’opposizione di tutti, di Berlusconi e del nuovo premier. Facendo quella che si potrebbe definire, con rispetto parlando, una “giravolta” ha lanciato strali contro le banche e contro gli alleati europei ed ha messo in piedi una sua formazione 3L (lista lavoro libertà). E’ stato sbertucciato ma lui non si è arreso.

Renato Brunetta che non lo ha mai sopportato ha potuto finalmente rivendicare con orgoglio il ruolo di supremo consigliere del Cav. sui temi economici beccandosi pure lo sfottò di Mario Monti nella conferenza stampa di fine anno.

Giunti però prossimi al traguardo delle elezioni, ecco che Tremonti riappare forte di quel sodalizio che è sempre stato la sua fortuna: l’essere cioè anello di congiunzione fra Lega e Berlusconi. Si pensava che il ricambio generazionale con Alfano e Maroni potesse indebolirlo e invece no. La congiunzione astrale è stata favorevole al Professore di Sondrio, almeno stando a quello che appare in queste ore.

Insomma il povero Brunetta e i tanti “stake-holder” che avevano cancellato dal loro rubrica Giulio Tremonti dovranno fare i conti con il suo ritorno in grande stile. Non è detto che sarà candidato premier come chiede il suo amico Roberto Calderoli ed è pressoché impossibile che tornerà dietro la scrivania di Quintino Sella, ma Tremonti sarà in campo e non sarà un interlocutore qualunque.



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