Alcune settimane fa, in un seminario a porte chiuse per addetti ai lavori nel settore delle telecomunicazioni, il consigliere d’amministrazione della Rai, Antonio Pilati, è intervenuto con un discorso che ha sorpreso i partecipanti per chiarezza, passione e tesi.
Pilati, in passato commissario sia dell’Agcom che dell’Antitrust, è uno dei massimi esperti di economia dei media ed è stato autore con Franco Debenedetti del saggio “La guerra dei trent’anni”.
Di seguito, i passaggi salienti dell’intervento di Pilati come li ha ricostruiti Formiche.net
“In questo la Rai è in forte ritardo sia sul web 2.0 sia, ancora di più, e non si è neanche accorta che sta accadendo, sul web 3.0”.
“Perché è indietro su 2.0? La Rai è la più grande azienda giornalistica in Italia per numero di giornalisti e per numero di contenuti prodotti e per quantità di capacità che si sono accumulate”.
“Se guardate i dati del traffico cumulati da siti e testate della Rai è circa un terzo dei traffico che accumulano Repubblica e il Corriere della Sera”.
“Questa è francamente una cosa inaccettabile ed è l’indizio di un ritardo di mentalità e nella capacità di affrontare il nuovo. C’è un’ampia riorganizzazione da fare”.
“Il canale All News è stato accorpato con quella specie di fossile di un’altra epoca storica che è il Televideo. Però è soltanto un passo d’ingresso, bisogna cominciare a pensare la fabbrica d’informazioni in maniera integrata tra il canale All News e il mondo Internet, cominciando anche a individuare delle chiavi per essere all’altezza della domanda che al giorno d’oggi viene fatta sul mondo dell’ informazione e in rete. Ancora di più occorre fare una riflessione, su cui non sono stati pensati neppure contorni, su come reagire a quel mondo ancora più ampio d’innovazione che investe la competizione delle piattaforme nell’organizzare tutta la sfera dell’esperienza individuale che secondo me è la prossima esperienza del mondo digitale”.