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Caro Montezemolo, vediamo le carte di Silvio: bluffa?

In futuro, tra cento anni, quando gli storici si troveranno a descrivere quanto è avvenuto e sta avvenendo oggi in Italia, dovranno necessariamente porsi di fronte alla difficoltà di tratteggiare la figura di Silvio Berlusconi.  Peraltro, nella loro ricerca di documenti quali fonti per l’arduo compito, non potranno astenersi dal citare quanto è accaduto in occasione dell’intervento del Cavaliere alla presentazione del libro di Bruno Vespa, immagino con soddisfazione postuma di quest’ultimo.

Mi chiedo: come definiranno l’episodio? La semplice conferma di uno stato confusionale che sembra caratterizzare l’uomo negli ultimi mesi? Un ennesimo dietrofront che conferma l’incoerenza e l’inaffidabilità oggettiva del politico Berlusconi? Oppure, ricollegandolo  alle sue  precedenti  dichiarazioni, racconteranno ai futuri studenti  di un politico che ha saputo estrarre il dinosauro dal cilindro, narrandolo quale mirabile esempio di strategia ed acume politico applicati ad una tornata elettorale? Evidentemente, conoscendo i risultati delle prossime elezioni, la loro esposizione sarà facilitata.

Ben più difficile oggi esprimere un giudizio che possa poi trovare riscontro oggettivo prima del 17 febbraio 2012, data che, allo stato, sembra essere la più probabile per la chiamata alle urne. Un paio di riflessioni, però credo sia possibile e doveroso farle. La prima è che ieri abbiamo avuto l’ennesima conferma dell’ossessione, immutata rispetto al ’94 quando decise di occuparsi in prima persona della res pubblica, che Silvio Berlusconi prova nei confronti della sinistra. Sui risultati ottenuti, dato il fallimento conseguito, non spendo altre parole. Le sue dichiarazioni, ovvero il riferimento  al tentativo infruttuoso di Matteo Renzi di voler riformare quell’area da una parte,  la disponibilità a defilarsi  nel caso di una discesa in campo di Mario Monti dall’altra, sono significativi di quanto ancora sia viva la sua fisima.

La seconda, che condivido, è che sia necessario costruire un grande polo dei moderati di centro e centrodestra che possa sostenere l’azione di un possibile futuro governo Monti con la sicurezza di avere i numeri necessari in Parlamento. Alla fine dei conti è quello che serve, il resto sono opinioni e, spesso, chiacchiere sterile.

Infine, sul piano più squisitamente tattico, credo debba essere riconosciuto a Berlusconi che almeno un risultato lo ha ottenuto: ha passato la palla a Monti, appellandosi persino al presidente Montezemolo. Nel contempo,  costretto a riflettere i suoi possibili “transfughi”, relegando a “semplici” convegni quelli previsti nel weekend a Roma.

Essendo un ottimista, sono fiducioso nella prossima disponibilità di Monti a voler proseguire la sua azione, libero dai vincoli di una maggioranza anomala. Personalmente, nel tentativo di creare una forte rappresentanza liberale e riformista in Parlamento, andrei quindi a vedere le carte di Silvio, scoprendo se bluffa o meno. Metterei a frutto la sua ossessione per rassicurarlo e fargli godere, come egli stesso afferma di aspirare ardentemente, un meritato, meritatissimo riposo. Per il bene comune degli italiani.


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