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Cina artica (con discrezione)

Hu Jintao

La nave cargo Ob River carica di gas naturale liquefatto è arrivata nelle acque territoriali giapponesi dopo essere partita dalla Norvegia e aver fatto rotta costeggiando la Russia nella nuova via aperta dallo scioglimento dei ghiacci del Nord. A settembre a fare notizia fu invece lo spacca-ghiacci cinese Xuelong, approdato a Shanghai di ritorno dal suo quinto viaggio di ricerca nell´Artico.

All´interesse di Pechino sulla regione artica anche per le opportunità economiche che si aprono con le nuove rotte è dedicato l´ultimo rapporto dell´Istituto internazionale di Stoccolma per le ricerche sulla pace (Sipri): ´China´s Arctic Aspirations´.

La dirigenza di Pechino è ben cosciente dei timori di quanti vedono la Cina più assertiva nel rivendicare i propri interessi nella regione. In realtà, sottolineano gli autori Linda Jakobson e Peng Jingchao la strategia artica cinese e ancora a uno stadio nascente e non è ancora una priorità nella politica estera di Pechino.

Conscia delle possibili resistenze, la Cina tende però a mantenere un basso profilo. “L´approccio cinese all´Artico si basa sull´idea che più i Paesi che si affacciano sulla regione si impegnano a massimizzare i propri interessi in risposta allo scioglimento dei ghiacci, più la Cina dovrà salvaguardare i propri interessi e quelli che considera i propri diritti”, spiega Jakobson che assieme al collega elenca gli attori coinvolti nella corsa all´Artide: dipartimenti governativi, su tutti l´Amministrazione statale per gli oceani; centri di ricerca come l´Istituto cinese per le ricerche sui Poli o l´Istituto per gli affari internazionali di Shanghai; grandi società come la Cosco.

Pechino ha interesse nelle nuove rotte e nei relativi benefici economici. Ma no solo, la Repubblica popolare è interessata anche a capire l´impatto dello scioglimento dei ghiacci sul proprio clima.

Dal 2007 Pechino è osservatore ad hoc del Consiglio Artico, l´organismo intergovernativo che riunisce i Paesi litoranei: Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Stati Uniti. La Cina punta a diventare osservatore permanente e intanto ha avviato un´attività diplomatica con i governi degli Stati membri, sebbene persista l´ostacolo norvegese. Sui rapporti con Oslo pesa infatti la ritorsione cinese per l´assegnazione del premio Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo.

Sebbene non sia uno Stato artico la Repubblica popolare punta a far valere la propria influenza nelle decisioni sulla gestione della regione. Manca ancora una politica ufficiale, sottolineano gli autori, ma l´Artide è visto comunque nella visione più ampia di potenza in ascesa e con la convinzione che ciò che riguarda il Nord riguarda tutto il mondo.

 


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