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Così la stampa estera scruta le tensioni in Siria

In Siria i combattimenti tra truppe lealiste al governo ufficiale e forze della resistenza sono entrati nella capitale del Paese mediorientale e riguardano l´aeroporto di Damasco informa la Neue Zurcher Zeitung. Della possibilità che il clan Assad possa reagire alle difficoltà militari con la forza della disperazione e cedere alla tentazione di usare le armi chimiche informa le Monde. Una possibilità questa non più remota secondo i servizi di sicurezza turchi secondo quanto scrive la BBC e l’amministrazione Obama che ieri ha messo in guardia il potere siriano da un passo di questo tipo che rappresenta una linea rossa invalicabile secondo quanto sottolinea il Washington Post. Anche Al Jazeera da massimo rilievo agli avvertimenti di presidente e segretario di Stato statunitensi.

In un articolo sulle crescenti difficoltà diplomatiche e militari del gruppo dirigente siriano, il New York Times rivela che nell’incontro di ieri tra Erdogan e Putin a Istanbul, il leader russo avrebbe ammesso che anche Mosca sta cercando i modi per convincere il presidente siriano Bashir al-Assad ad abbandonare il potere. Il giornale Usa sembra credere che il Cremlino annunci cosi l’ammorbidimento del sostegno, finora irremovibile, al regime in guerra col proprio popolo. Differenti le valutazioni di Al Jazeera sul vertice russo-turco in riva al Bosforo. Secondo il media arabo Mosca e Ankara non sarebbero riusciti a ricomporre i propri dissidi. Nyt riporta inoltre le parole di Fiodr Lukjanov. L’influente analista russo di politica internazionale afferma che gli inviati del Cremlino nel Paese mediorientale avrebbe incontrato un uomo privo “di speranze di sopravvivere o di poter sfuggire” al proprio destino. Il politologo sottolinea come il morale di Assad sia quello di una persona cosciente di “venire ucciso dal proprio popolo in caso cercasse di lasciare la Siria. Continuasse invece a restare al proprio posto, allora saranno i combattenti della resistenza a farlo fuori”.

Nell’intervista Lukjanov sottolinea che solo un passo diplomatico “estremamente coraggioso” sarebbe in grado di convincere Assad che può “lasciare il potere restando in vita”.

Che questo sia un momento decisivo per i destini della Siria ne è convinto anche il responsabile della Lega araba. In una intervista al sito saudita ArabNews, Nabil Al-Arabi ritiene che il regime siriano possa crollare da un momento all’altro. E dopo 20 mesi di combattimenti Nabil crede che la fine del governo ufficiale di Damasco sia, “più vicina che lontana”.


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