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Ecco cosa scuote (di nuovo) piazza Tahrir

Sono bastati i sette articoli del decreto per fare insorgere un´opposizione che si è rivelata molto ampia, con una mobilitazione che ricorda quella contro Mubarak. Le richieste riguardano lo scioglimento del governo, la ristrutturazione delle forze armate e la condanna dei responsabili della morte dei “martiri della rivoluzione”. A scendere in strada sono stati però anche i sostenitori di Morsi, che al Cairo lo hanno raggiunto nei dintorni dei palazzi presidenziali di Heliopolis per mostrargli il loro sostegno. Questa contrapposizione è sfociata a volte anche in scontri diretti tra fazioni opposte.

A reagire è stata anche l´opposizione politica. Mohamed El Baradei, ex segretario generale dell´Agenzia internazionale dell´energia atomica e dunque personaggio assai noto all´estero, su Twitter ha accusato Morsi di “essersi designato come il nuovo faraone”. Insieme a due dei tre canditati alle scorse presidenziali, El Bardaei ha costituito un fronte, annunciando di non voler trattare con il presidente fino a quando non ritratterà il decreto. Non è ancora chiara la posizione di Abdel Monein Aboul Fothou, l´ex membro della Fratellanza che ha corso come indipendente alle elezioni. Nei mesi precedenti aveva annunciato di non voler trattare con membri del vecchio regime come Amr Moussa, l´ex segretario generale della Lega Araba e ministro degli Esteri nell´epoca di Mubarak, ora nel fronte di El Baradei.

Lo scontro più duro è stato quello tra il presidente e il potere giudiziario, colpito direttamente dalla decisione di Morsi di rimuovere Abdel Maguid Mahmoud, il procuratore generale già in servizio durante il vecchio regime. Un primo braccio di ferro tra i due c´era stato già lo scorso ottobre, quando il presidente aveva cercato di liberarsene in modo meno esplicito, offrendogli il ruolo di ambasciatore al Vaticano. Ora il presidente è passato alle maniere forti, e il procuratore ha chiesto al suo successore di non accettare l´incarico.   Il Consiglio supremo della Magistratura ha criticato soprattutto due punti del decreto: il divieto per i giudici di sciogliere l’Assemblea costituente e la non impugnabilità delle decisioni di Morsi. In un comunicato rilasciato dopo una riunione d´emergenza, la Magistratura ha parlato di “un attacco senza precedenti” all’indipendenza del potere giudiziario e ha indetto uno sciopero immediato di tutti i tribunali e uffici della procura. Ad Alessandria i magistrati hanno deciso di indire uno sciopero a oltranza e la Corte di Cassazione ha minacciato di sospendere i lavori.

In questo clima di scontro istituzionale, Morsi ha sottolineato il carattere transitorio del decreto e ha chiesto al ministro della giustizia Ahmed Mekky di mediare per risolvere lo scontro istituzionale. Facendo un passo indietro, il presidente ha precisato che l´immunità prevista dal decreto si limita alle decisioni relative alle questioni di sovranità nazionale.

Sintesi di un articolo più ampio che si può leggere qui



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