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Dottor Stefano e Mister Fassina su Agenda Monti

Chi pensa che il responsabile Economia del Pd, Stefano Fassina, sia un intransigente, un ideologo del keynesismo e del progressismo europeista che non può più governare con tecnici liberali alla Mario Monti, dovrà presto ricredersi. Ma per ricredersi non deve sfogliare soltanto il quotidiano l’Unità, su cui Fassina scrive puntuti editoriali, bensì leggere anche le interviste che il responsabile economico del partito capeggiato da Pier Luigi Bersani rilascia ad altri quotidiani.

Il pragmatico Fassina oggi riesce in un’impresa: scrivere sull’Unità che il Pd è alternativo e incompatibile con l’Agenda Monti e dire ad Avvenire che Pd e Monti sono destinati a collaborare.

Andiamo con ordine.

“La nostra campagna elettorale non sarà né contro Monti, né contro l’area moderata. Sarà contro i populismi regressivi. Il populismo di Grillo, quello della Lega, quello di Berlusconi. Sono loro i nostri nemici, i nemici dell’Europa”. Ecco quello che Fassina ha sottolineato in una intervista ad Avvenire: “è il momento di valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide il Pd dalla lista Monti”, ha aggiunto Fassina al quotidiano della Cei (Conferenza episcopale italiana).

“Dobbiamo stare dalla stessa parte. Prima e dopo il voto. Dobbiamo trasformare la prossima legislatura in legislatura Costituente – ha spiegato Fassina -. Dobbiamo lavorare insieme, qualunque sia il risultato del voto di fine febbraio, almeno sulle grandi riforme istituzionali e sulle grandi riforme di struttura. Pubblica amministrazione e scuola o riduzione dei parlamentari e legge elettorale: ci vuole una convergenza che vada oltre i confini dei progressisti. Ci vuole un patto di legislatura per cambiare insieme l’Italia”. Non mancano comunque accenti critici: “Monti però dovrebbe valutare se la scelta che sta facendo è coerente. Io dico non lo è. Aveva preso l’impegno di essere sopra le parti. Ci sta facendo capire che non vuole rispettarlo. È una scelta incoerente e anche una scelta non utile”.

Ma c’è un Fassina 2 che si esercita in un denso commento sul quotidiano l’Unità diretto da Claudio Sardo. Tema: l’europeismo “mercantilista” di Monti e l’europeismo “progressista” del Pd. Due modelli incompatibili. Ecco alcuni brani del Fassina-pensiero sul quotidiano del Pd: “Il presidente Monti esprime una cultura politica integralista quando definisce la sua agenda ‘evolut’” e delegittima come ‘arcaica’ la cultura europea progressista”. L’europeismo montiano “mercantilista” “aggrava la recessione, la disoccupazione e le iniquità”. Per questo, secondo Fassina, serve seguire l’agenda del progressismo europeista. Ovvero: fiscal union da consolidare intorno a un sub-commissario europeo al fine di attuare politiche di bilancio anti-cicliche, introdurre euro-project bond per gli investimenti innovativi per la green economy e la green society (Keynes e Schumpeter insieme) e correzioni simmetriche delle politiche economiche nazionali”.

Monti e Fassina inconciliabili dunque? Dopo le elezioni si vedrà…

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