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Gaza: la guerra è finita, ma la ricostruzione è lontana

Gaza (TMNews) – Una settimana di raid israeliani hanno lasciato a Gaza un pesante bilancio di morti e feriti, oltre a molti edifici distrutti.

Gli abitanti cercano di rimettere in piedi le case e gli uffici demoliti e Mohammed Kulab dirige un’équipe del ministero dell’Economia del governo di Hamas per valutare l’entità dei danni.

“Calcoliamo e riportiamo tutto quanto è stato distrutto dai bombardamenti. Il ministero poi valuterà i costi di ricostruzione”.

In questo negozio di computer, dove è stata uccisa una persona, si è combattuta una guerra di bombe e si continua a combattere quella della propaganda.

Le apparecchiature sono disseminate al suolo, bruciate e distrutte. L’edificio, sostengono gli uomini di Hamas, serviva solo a scopi commerciali e industriali e smentisce le asserzioni dei dirigenti di Israele secondo cui a essere prese di mira dai raid aerei sono stati solo obiettivi militari. Non è vero, replicano oltre confine. Gli uffici ospitavano i locali della pubblica informazione della Jihad islamica e il suo responsabile era l’obiettivo dell’incursione.

Le autorità di Gaza ritengono che i danni ammontino a un miliardo e mezzo di dollari. Ma le casse del governo sono vuote e per ricostruire bisogna solo sperare nell’aiuto di finanziatori esteri, soprattutto i paesi arabi.

“Non possiamo fare altro che raccogliere le valutazioni dei danni, spiega Aladeen Rafati , ministro dell’Economia. Poi dobbiamo metterci in cerca di chi abbia la volontà di darci una mano”.

Oggi solo pochi possono permettersi di mettere un po’ d’ordine. La ricostruzione è fuori non solo dalle possibilità ma anche dalla speranza.

Molti sentono di essere stati fortunati a sopravvivere alla distruzione delle loro case. Ma ci vorrà qualcosa più della fortuna per ricominciare a vivere e sperare.

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