C’è un magistrato importante, autore di inchieste penali che vedono accusati politici e uomini delle istituzioni. Lo stesso Pm è anche punto di riferimento di una corrente all’interno della rappresentanza dei giudici ed è infine il convitato di pietra del Fatto Quotidiano e di quel gruppo di giornalisti giudiziari come Marco Travaglio. Parliamo di Antonio Ingroia, quell’Antonio Ingroia che non c’è giorno che passi che non scriva un articolo, non intervenga a un convegno, non rilasci un’intervista.
Oggi ha manifestato la sua presenza in radio, ospite del programma di Radio2 “Un Giorno da Pecora”, condotto da Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro. Il magistrato, in collegamento dal Guatemala, alla domanda sul modo in cui farà parte Movimento di De Magistris, ha risposto così: “Condivido i contenuti della battaglia politica del Movimento arancione ed io sarò con loro, dall’Italia o dal Guatemala”.
Si candiderà con loro alle prossime politiche? “Sto prendendo in considerazione – ha spiegato l’ex procuratore aggiunto di Palermo – in che modo aiutare questo movimento, ciascuno deve assumersi la sua responsabilità questo momento del paese”. “Siamo entrambi espressioni diverse di non professionisti della politica che stanno valutando di candidarsi con delle liste civiche fuori dai partiti tradizionali”.
Se Monti si candida, potrebbe diventare premier? “Dipende con chi si allea. Che vinca comunque mi pare difficile, al massimo può superare lo sbarramento”, ha concluso Ingroia.
Ora, va bene tutto. Il magistrato è un cittadino che ha tutti i diritti che la Costituzione gli riconosce. Il punto non è questo. C’è però il fatto che una tale loquacità è davvero esondante e probabilmente non giova all’idea di imparzialità della magistratura. Anm e Csm non ha nulla da dire?