Attenzione prima di consacrare le divisioni tra Berlusconi e (ex) berlusconiani, come si può anche pensare dopo il voto sulla fiducia al governo. Occhio a sopravvalutare le frizioni tra il leader del Pdl e i leaderini del Pdl, se si leggono i resoconti giornalistici delle riunioni al vertice del Pdl. Per cortesia, non diamo nulla per scontato sul futuro del fu centrodestra.
Il redivivo Silvio Berlusconi che si considera l´unico titolato a poter-dover sfidare Pierluigi Bersani alla guida del Paese, e le reazioni dubbiose, astiose o contrariate di esponenti vecchi e nuovi del Pdl, non devono indurre a facili contentezze i moderati che attendono una fuoriuscita corposa di ex berlusconiani dal fronte berlusconiano.
Infatti nel piano dell´ex premier non c´è una corsa solitaria e rancorosa alla testa di una Lista Silvio con pochi seguaci, bensì una sorta di ammucchiata politica che comprenda una serie di liste satelliti per costituire una galassia composita quasi da arco costituzionale così da attirare i voti e i consensi più disparati. Insomma un´offerta commerciale in cui tutti potranno trovare soddisfazione. Il berlusconiano duro e puro potrà trovare magari la lista Forza Silvio. Il moderato montiano potrà essere attirato da un alleato come il Pdl depurato dalle scorie del Cavaliere. Poi ovviamente ci potranno essere i socialisti capitanati da Margherita Boniver e Stefania Craxi per scaldare i cuori dei nostalgici del Psi. I libertari e libertini avranno come punto di riferimento il solito Partito Sgarbi. Non mancheranno liste e listini autonomisti compreso, chissà, un listone alla Lombardo. Per non parlare di una Lega maroniana, ovvero la Lega di Bossi capitanata da Roberto Maroni.
Ah certo, poi per i palati politici più raffinati sarà possibile condividere le suggestioni sempre avvolgenti e choccanti del socialisteggiante Giulio Tremonti che picchierà contro l´austerità merkeliana dopo aver firmato come ministro tutti gli atti propedeutici al Fiscal Compact.