Dopo le preoccupazioni espresse negli scorsi giorni dal premier Mario Monti, il Sistema sanitario nazionale e la sua sostenibilità tornano a essere oggetto di dibattito con il decimo Rapporto annuale “Ospedali e Salute/2012” curato dall’Associazione Italiana Ospedalità Privata presieduta da Gabriele Pelissero.
La fotografia del sistema ospedaliero del 2012 non può che “registrare la delicata fase di intervento sulle risorse pubbliche – si legge nello studio – Tale intervento, da un lato si ripercuote sulle inadeguatezze e sulle contraddizioni messe in luce nei Rapporti precedenti e, dall’altro ingenera nuove distorsioni che corrono il rischio di creare seri squilibri in un sistema che risponde ai principi di universalità e di solidarietà ed è basato su una logica (ancorché imperfetta) di copresenza di strutture pubbliche e di strutture private accreditate”.
Uno dei temi affrontati dal Rapporto 2012 riguarda il confronto tra ospedalità “reale” e ospedalità “finanziaria”,e il fatto che la ricerca di una relazione soddisfacente tra questi due aspetti“non può risultare sbilanciato solo sulla prima, né può sbilanciarsi solo sulla seconda, salvo dare origine a fenomeni distorsivi di pressione non appropriata sui diversi attori del sistema e cioè sulle strutture pubbliche, sulle strutture private accreditate e sugli utenti”.
Il secondo punto di attenzione del Rapporto riguarda “la necessità di una piena comprensione delle componenti di forza e di continuità del nostro sistema ospedaliero, con l’integrazione di fatto tra servizi ospedalieri pubblici e servizi ospedalieri privati accreditati, una distribuzione della spesa ospedaliera pubblica complessiva che si ripartisce per l’85,6% in favore delle strutture pubbliche e si rivolge per il 14,4% a quelle private accreditate (nel loro complesso)”.
“Continuiamo a credere in un servizio sanitario universale, solidaristico e pluralistico, che deve essere difeso con ostinazione, in quanto determinante per la coesione sociale e l’economia italiana, – dice il professor Gabriele Pelissero, presidente AIOP – è fuor di dubbio che maggiore efficienza possa essere raggiunta attraverso un’autentica alleanza tra strutture di diritto pubblico e privato; è bene ricordare che queste ultime rappresentano il 25% di tutte le prestazioni erogate, a fronte del 15% dell’intera spesa: il loro contributo è quindi fondamentale per il sistema”.
Salvare quindi il servizio sanitario nazionale è possibile, secondo AIOP, “con pochi ma fondamentali interventi: l’istituzione del pagamento a prestazione per tutti e non solo per i privati, il finanziamento razionale, ovvero il pagamento di tutte le prestazioni appropriate attraverso un tariffario che corrisponda realmente ai costi razionalmente rilevati, l’istituzione di un organo di vigilanza e controllo autenticamente terzo rispetto a tutti gli erogatori”.