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La lezione di Putin su politica, demografia e buone maniere

Putin

Sviluppo del capitale umano e intellettuale di un Paese che vede il suo sviluppo orientato verso il “vettore orientale”, al centro del primo messaggio sullo stato della nazione  del terzo mandato di Vladimir Putin.

Russia forte, sovrana e influente per continuare a mantenere il proprio ruolo in un XXI secolo che il capo dello Stato vede guidato da processi contraddittori e dall’avanzare di nuove civiltà e centri di potere mondiale.

Su questo sfondo globale la Russia deve svilupparsi – secondo quanto ha detto Putin – senza perdere la propria identità, superando la crisi demografica che ancora ne frena la crescita e facendo della lingua russa il veicolo per l’espansione dei valori slavi e ortodossi tuttora alla base della propria civiltà millenaria e senza i quali la crescita della federazione non sarà costruttiva.

Lo sforzo per il futuro dovrà colmare il deficit di “saldezza morale” del Paese, ha detto Putin, citando “mancanza di misericordia e compassione” come caratteristiche negative della vita collettiva della Russia contemporanea. Tutti handicap per superare i quali lo sforzo dei singoli deve essere accompagnato dal “coinvolgimento di ogni struttura statale”, ha sottolineato.

Nonostante il recente “aumento di due anni e mezzo della vita media”, il forte “tasso di mortalità” che ancora affligge il Paese è fonte di preoccupazione per il leader di Mosca. Troppi “maschi adulti muoiono a causa di alcool, tabacco, droghe e incidenti stradali”, ha ammonito il presidente annunciando gli indispensabili “miglioramenti nella struttura sanitaria del Paese”. Anche lo sport può essere utile a superare lo stallo demografico. Soprattutto i giovani devono darsi all’attività fisica, tenendo però “tendenze e opinioni politiche” fuori da palestre e luoghi di pratica sportiva.

Putin si è detto convinto che bisogna “aiutare le donne ad avere il secondo figlio”. Primo passo questo verso quella normalità familiare che il presidente federale vede con “tre bambini”. Putin ha promesso non solo “sostegno finanziario alle famiglie e asili nido anche privati” ma, soprattutto, un “lavoro femminile flessibile”. Ingiusto che le donne debbano subire “handicap alla carriera” a causa della maternità, ha detto. Il calo della popolazione può essere contrastato agevolando tutti coloro che “intendono stabilirsi maniera definitiva sul territorio federale”, ha indicato Putin, invitando però le autorità a continuare a “combattere l’immigrazione illegale”.

Il Paese è determinato a realizzare la propria agenda di politica interne ed estera in maniera “autonoma e indipendentemente” dalla volontà delle altre potenze globali ha fatto presente l’ex funzionario di San Pietroburgo. Nessuna concessione dunque alle strutture che agiscono in Russia grazie a “capitali ricevuti altrove”, ha aggiunto Putin toccando cosi le polemiche legate al ruolo di alcune Omg locali definite normativamente “agenti stranieri”.

Onestà di politica e pubblica amministrazione rendono necessario il “monitoraggio” costante di “beni e ricchezze” dei funzionari che agiscono nel campo della cosa pubblica. Unico modo questo per permettere “pulizia e rinnovamento” del potere. Altrettanto il presidente ritiene che debba essere posto un argine al fenomeno di quadri politici e amministrativi in possesso di “titoli o azioni straniere”.

La giustizia poi deve tenere in maggior conto la “presunzione di innocenza” degli imprenditori e non dovrà essere più possibile iniziare procedimenti penali per crimini economici senza “comunicarlo agli accusati”. In un futuro non troppo lontano al governo federale spetterà assicurare l’autonomia alimentare del paese e preparare una “road map” per lo sviluppo tecnologico del Paese.

Una Russia lanciata verso il futuro quella desiderata e predetta dal presidente. Gioco facile la polemica per uno dei leader di una opposizione che ha comunque i propri problemi. Sergej Udalzov ha infatti fatto sapere che difficilmente la burocrazia pubblica ascolterà le “belle parole” del capo dello Stato. Udalzov si riferiva alla melina dei pubblici impiegati. Una piaga già in grado di frenare gli sforzi riformatori di Putin. E di altri prima di lui.


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