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Enti locali in mutande (aspettando Bruxelles)

Come reagiscono gli enti locali di fronte alla crisi economica che sta colpendo l’Italia e l’Europa? I profondi cambiamenti in atto nella finanza pubblica e in quella locale e regionale del nostro Paese sono i temi di studio dell’ottava edizione della ricerca “La finanza territoriale in Italia” curato dalla “rete” degli istituti composta da Ires, Irpet, Srm, Eupolis, Ipres e Liguria Ricerche.

Secondo il rapporto nel 2011 sono calati in valore assoluto non solo gli investimenti, ma anche la spesa corrente e il calo tocca tutti i comparti. Gli enti sanitari registrano per la prima volta una riduzione nei redditi da lavoro e negli acquisti da fornitori esterni; un fenomeno simile si registra anche per i Comuni.

La spesa delle Province, si legge nel rapporto, si sta riducendo da tre anni; mentre la spesa corrente delle Regioni vede ancora una dinamica positiva dovuta a quella dei trasferimenti ad altri enti e in particolare quelli sanitari, mentre non crescono le altre categorie di spesa. “E’ un mutamento di segno che verosimilmente è destinato a protrarsi nel 2012 e nel 2013, a seguito delle misure comprese nelle più recenti manovre di finanza pubblica”, prosegue.

Per quanto riguarda gli investimenti, “la crisi spinge i comuni a cercare forme di indebitamento che consentono in qualche modo di investire nel territorio. Si osserva una contrazione nell’utilizzo del mutuo, mentre i fondi comunitari continuano a rappresentare ‘linfa vitale’ da parte degli enti locali e territoriali, seppur caratterizzati da forti ostacoli prevalentemente burocratici che ne rallentano la spesa. In aumento sono invece le operazioni di Project Financing, per cui spiccano gli enti delle Regioni del Nord”.

La riforma dell’amministrazione, secondo la ricerca, rischia di essere ulteriormente procrastinata. Per quanto riguarda invece la “questione province”, questa riforma, “pur mirata a obiettivi di efficienza e di riduzione dei costi, non può prescindere da una visione complessiva del riassetto istituzionale, mentre politiche rivolte a singoli segmenti possono avere risultati marginali”.

Secondo quanto emerge dallo studio, il settore in cui si concentrano i maggiori investimenti è quello della “viabilità e trasporti” con un importo di oltre 1,1 miliardo di euro pari al 36,3% del totale Italia. Seguono il comparto dell’“edilizia sociale” con 477 milioni di euro e quello delle “opere varie” con 353 milioni di euro.



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