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Le penne italiane analizzano Emmott

L’ex direttore di The Economist ha interessato subito gli addetti ai lavori che hanno avuto la possibilità di vedere gli screening riservati alla stampa, sia a Londra che a New York.

Leonardo Maisano, dopo la visione londinese, ha scritto su Il Sole 24 Ore che “Girlfriend in a Coma”, questo il titolo del film, è una “pellicola meravigliosamente indigesta”. Un lungometraggio per Maisano da vedere, non tanto per le tesi che vengono esposte, quanto per tutti i fatti che vengono narrati e che compongono un quadro in declino del nostro Paese.

Lo sguardo duro che Emmott e la regista Annalisa Piras posano sull’Italia è stato analizzato anche da altre due penne: Paolo Mastrolilli e Mattia Ferraresi, che hanno visto entrambi l’anteprima nella Grande Mela.

Mastrolilli sul suo articolo per La Stampa descrive il documentario come“urticante” e “feroce con la sinistra quanto con la destra”, auspicando che comunque questa ragazza in coma, titolo ripreso da una canzone degli Smiths, possa aspirare alla salvezza.

Per il Foglio invece Ferrraresi attacca la netta divisione che, secondo lui, Emmott racconta tra ciò che è bene e ciò che è male, sostenendo che la voce narrante, ovvero Emmott, abbia una concezione di superiorità antropologica nell’osservare la nostra realtà.

Insomma il dibattito è acceso e ora aspettiamo solo la possibilità di vederlo proprio qui, in questo Paese che a quanto pare è da “svegliare”.

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@Giacfilm12

 


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