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Monti liberista giudicato da un liberista doc

Chi pensa che liberali e liberisti doc stiano festeggiando per il Memorandum di Mario Monti, allora deve ascoltare l’opinione dell’economista Alberto Bisin.

Bisin insegna alla New York University, è stato uno dei fondatori di Noisefromamerika, un sito ultra liberale animato da professori italiani che insegnano in America ed è stato uno dei primi firmatari del manifesto appello Fermare il Declino che si è tramutato nel movimento politico ora capeggiato dall’intellettuale liberista Oscar Giannino.

Ecco la conversazione con Formiche.net.

Professor Bisin, partiamo dal metodo Monti. Che ne pensa di questa analisi? Ovvero: Monti come Grillo e Berlusconi? Programmi calati dall’alto, da un uomo solo al comando?

Non vi è dubbio che il programma dell’Agenda Monti sia calato dall’alto. Non vi è dubbio che esso rappresenti una manovra politica acuta e abile per continuare a governare il Paese. Ma da qui a comparare l’operazione con quella di Grillo e Berlusconi c’è di mezzo il mare.

Perché?

La forma prende significato nella sostanza. In Grillo la sostanza è quella di un populismo irrazionale senza reale analisi della situazione economica del Paese. Mentre in Berlusconi la sostanza è quella di un populismo irrazionale associato a una analisi al contempo errata ed intellettualmente disonesta.

E Monti?

Il programma di Monti è frutto di un’analisi attenta e anche acuta, sostanzialmente condivisibile. Rimane la questione politica. Se davvero volesse implementare quel programma, come può Monti pensare di farlo associandosi ai maggiori rappresentanti della rendita politica e economica del Paese?

Andiamo ai contenuti del Memorandum montiano.

Il programma è ottimo. C’è tutto quello che ci deve essere. O meglio, quasi tutto. Nessun riferimento reale alla situazione drammatica e pericolosissima del mercato finanziario, alla governance delle banche, alle Fondazioni, alla Cassa Depositi e Prestiti,…

Non si può parlare di tutto in un Memorandum dal sapore elettorale.

Il problema è la sua vaghezza. Facile dire che bisogna introdurre il merito all’università e nella scuola e che bisogna continuare con la valutazione Anvur (della ricerca universitaria) e i test Invalsi, ma cosa ne facciamo dei risultati di test e valutazione? Capisco che questo è un programma elettorale ma questo tipo di ambiguità fanno pensare che il Paese possa essere riformato in profondità senza far male a nessuno. Questa è una falsità che è gravissimo propagandare da parte di un tecnico.

Non le sembra che si possa dire che il programma è quello di movimento liberale, moderato, popolare quasi conservatore?

Su questo sono con Monti al 100%. Non vi è nulla di conservatore nel programma; in questo momento in Italia un programma liberale non è conservatore ma è l’unica via di uscita. Negli Stati Uniti si può razionalmente discutere e dividersi ideologicamente sulla questione se meno Stato sia bene o male. In Italia no. E’ questione di dati. Abbiamo bisogno di meno Stato. Chi dice il contrario, come l’onorevole Fassina che non perde occasione per raccomandare la fine del neo-liberismo, come se un Paese con più della metà di economia pubblica possa aver avuto qualcosa a che fare col neo-liberismo, non sa né leggere né scrivere. Mi ha fatto piacere che Monti ieri abbia riferito esplicitamente a lui tra coloro che ostacolano un politica economica razionale nel Pd. Perché così è.

Sul fisco c’è di fatto un’apertura a una imposta patrimoniale. O sbaglio?

Assolutamente. Questo è un male, secondo me, perché è operazione politica. Una patrimoniale ha senso solo quando il Paese abbia avviato una seria riduzione della spesa, altrimenti sono soldi alle ortiche.

Quindi nessuna possibile intesa-alleanza con Fare per Fermare il Declino?

Questo lo deve chiedere a Oscar Giannino.



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