Per la ufficializzazione e le motivazioni, bisognerà aspettare la conferenza stampa di domani. La notizia però che Monti avrebbe risolto il tormentone di questi giorni – mi candido, non mi candido – troverebbe conferma. Il premier resterà spettatore e non giocatore della partita elettorale. Il disegno di un rassemblement centrista guidato dal professore della Bocconi svanisce di colpo lasciando interdetti Casini e Montezemolo.
Chi può stappare bottiglie di champagne é sicuramente Silvio Berlusconi. Il leader assoluto del centrodestra si è immerso con forza e determinazione nella campagna elettorale sfruttando i tentennamenti altrui. Ci ha messo la faccia e ha smascherato i tatticismi dei suoi avversari. Adesso la fronda montiana del suo partito è morta e condannata alla retromarcia. Giulio Tremonti e Raffaele Fitto, da due posizioni reciprocamente distanti, hanno dimostrato il loro grande talento politico chiudendo l’intesa con il Cav prima della Caporetto politica del premier. La Lega scioglierà a breve la riserva e la rincorsa di Berlusconi potrà procedere.
Lo sgonfiamento del centro riapre infatti i giochi al Senato. Lombardia, Piemonte, Veneto e Sicilia tornano sotto l’opzione Pdl ma soprattutto l’area Udc-Montezemolo rischia di avere un manipolo modestissimo (in termini di quantità) di rappresentanti eletti nella camera alta dove lo sbarramento è all’8%. Questo significa che se Bersani non vince largamente in entrambi i rami del Parlamento, Berlusconi ritorna protagonista assoluto. Un vero e proprio incubo per il segretario del Pd. Per l’Udc è tutto da rifare, forse. Silvio ringrazia (e continua a fare campagna elettorale).