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Quando la competitività si gioca sul filo della rete

Summit internazionali in diretta su twitter, blog scritti da consoli e ambasciatori, pagine Facebook e profili Twitter di Commissari europei e capi di Stato. Negli ultimi anni, governi e istituzioni internazionali stanno adottando strumenti del web partecipativo per informare, comunicare e diffondere idee, concetti e valori in una “guerra” di opinioni che sempre più si sta spostando su internet. Anche in Italia, l’affermazione della public diplomacy ha consentito con investimenti contenuti (spesso legati a volonterose iniziative individuali più che ad una precisa strategia nazionale) di vendere di più e meglio il nostro sistema paese all’estero.

Se da un lato é un bene saper comunicare, dall’altro, é altrettanto importante saper ascoltare e comprendere gli scenari che si delineano sul web. Infatti anche le aziende, dalla grande multinazionale fino alla PMI, lasciano sempre più su internet, spesso inconsciamente, indizi sulle loro strategie di sviluppo e di investimento. Interviste di amministratori delegati, dichiarazioni di manager, comunicati più o meno ufficiali, articoli di stampa e partecipazioni ad eventi internazionali possono fornire ad osservatori attenti utili chiavi di lettura sulle strategie d’internazionalizzazione di innumerevoli aziende.

In un sistema globalizzato dove la competizione economica é sempre più forte, essere in grado di intercettare e decifrare prima di altri tali segnali sulla rete diventa un fattore competitivo non irrilevante. Anche nel campo della diplomazia economica sta quindi emergendo in maniera decisa il ruolo della web intelligence e delle ricerche semantiche.

I software di ricerca semantica più evoluti, capaci di scandagliare oltre ad internet forum e social network come Twitter o LinkedIn, possono infatti rivelarsi strumenti strategici al fine di individuare e quindi approcciare e convincere potenziali investitori. I territori capaci, grazie a questi strumenti, di cogliere tali segnali saranno maggiormente in grado di sbaragliare la concorrenza internazionale proponendosi con maggiore efficacia e tempestività ai potenziali investitori.

In questo periodo di crisi economica e di deindustrializzazione, la caccia agli investitori é aperta. Vari governi europei hanno già messo in piedi team dedicati per tracciare i segnali lasciati sul web dalle multinazionali con forti potenzialità d’investimento. E quindi indubbio che le competenze che il sistema Paese saprà sviluppare per trarre vantaggio da tutti i dati a disposizione sul web saranno in futuro sempre più importanti per vincere le sfide della globalizzazione e della competizione internazionale.
L’Italia, che nel campo della ricerca semantica possiede aziende leader a livello internazionale, saprà cogliere questa ennesima sfida?

Le opinioni espresse sono puramente personali e non rispecchiano le posizioni dell’Istituzione di appartenenza.


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