La discussione del ruolo dello Stato nell’economia è tornata con una certa forza durante le scorse vicissitudini tra l’industria leader del settore della siderurgia mondiale, Mittal, e il ministro per la ristrutturazione produttiva dell’esecutivo di Parigi, Arnaud Montebourg. Durante le fasi cruciali della trattativa sul futuro dello stabilimento di Florange, il politico socialista si era espresso per la nazionalizzazione temporale dell’impresa di proprietà dell’imprenditore indiano. La posizione del ministro aveva dato vita a un vespaio di polemiche non solo nell’opinione pubblica del Paese transalpino e non solo nell’esecutivo di Parigi. Sulla base del passo di Montebourg, le Monde aveva cercato di capire quali risultati erano venuti da tentativi simili fatti in altre parti del mondo. Fatte le somme, il giornale francese, che pure non aveva difeso la scelta “sociale” di Montebourg, ritiene che in alcuni casi far intervenire direttamente lo Stato nell’economia non è affatto una cattiva decisione.
La testata affrontando casi di “nazionalizzazioni vergognose e nazionalizzazioni felici“, citava l’esempio degli Usa. Nella nazionalizzazione di AIG il giornale di Parigi vede un caso di intervento positivo della mano pubblica. Nella piccola inchiesta di le Monde trova spazio anche il Giappone e il salvataggio dell’impresa di elettronica Renesas fatto dallo Stato nipponico. La testa al toro non viene però completamente tagliata. Chiesti lumi a un esperto del ruolo dello Stato nell’economia le Monde riceve la risposta che in caso di necessità è bene nazionalizzare.
Ieri il ministro francese è tornato alla carica. In una lunga intervista allo stesso giornale definisce il passo, scelta del futuro, e ribadisce la propria volontà di continuare la battaglia incurante di avere contro il proprio primo ministro. La nuova sortita del ministro della ristrutturazione produttiva di Parigi ha già riaperto le polemiche in Francia e non mancherà di farlo anche altrove. Curiosamente una disputa ideologica più o meno simile è andata in onda in Russia. Ieri infatti un articolo di Evgenij Primakov affrontava la stessa questione tirata in ballo dal ministro francese dalle colonne della Rossiskaja Gazeta, il quotidiano più ufficiale della Federazione. Condita dalla solita retorica sulla particolarità della via russa, l’ex primo ministro difendeva sostanzialmente la scelta esposta da Putin durante il suo messaggio sulle condizioni della nazione. Lo Stato deve poter dire la sua sulle questioni economiche. Inutile dire che la replica all’eminenza grigia della nomenclatura di Mosca è arrivata a stretto giro di posta. L’agenzia russa Novosti riporta infatti nel suo notiziario in tedesco l’intervento di Alexej Kudrin. L’ex ministro delle finanze di Mosca ritiene sbagliate e da condannare quelle che definisce le velate nazionalizzazioni in corso nel grande Paese slavo. Alla prossima puntata.