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La Russia vieta l’adozione di bambini alle famiglie americane

Venti di guerra fredda? La legge Dima Yakovlev, che prende il nome da uno dei 19 bambini russi adottati negli Stati Uniti e poi deceduti, è stata approvata con 400 voti a favore e quattro contro. Secondo il New York Times, la legge ha scaldato gli animi tra la Russia e gli Usa. La normativa proibisce l’adozione dei bambini russi da parte di famiglie americane e l’ingresso dei cittadini statunitensi implicati in casi di violazione ai diritti umani.

Per Putin, la decisione della Duma – la Camera dei deputati russi – “è stata una risposta emotiva ma adeguata”. Il leader ha detto che la maggioranza dei russi è contro l’adozione dei bambini da parte di cittadini stranieri e ha riconosciuto la necessità di stimolare l’adozione all’interno del Paese. In Russia circa un milione di bambini sono abbandonati o orfani.
Gli scandali attorno alle adozioni dei bambini russi ha generato polemiche sulle capacità dei genitori statunitensi di prendersi cura dei bambini. Il caso più noto è quello di Artem Saveliev, un bambino di sette anni che è stato adottato da una famiglia del Tennessee. Nel 2010 è tornato a Mosca su un aereo con un biglietto nei vestiti con scritto “a chi può interessare”. Il piccolo aveva segni evidenti di violenza sul corpo.

Dima Yákovlev, invece, era un bambino di due anni che è morto quando il padre adottivo (americano) lo ha lasciato chiuso dentro una macchina parcheggiata al sole. Nel processo avvenuto negli Stati Uniti è stato assolto.

Secondo Christian Science Monitor, questa legge va oltre le regole di adozione: comporta la chiusura di qualsiasi organizzazione non governativa con finanziamento americano e il blocco dei passaporti statunitensi. Molto probabilmente si tratta di una reazione all’approvazione negli Stati Uniti del decreto Magnitski, che proibisce l’ingresso di funzionari russi in territorio americano dopo la morte in prigione di Serguéi Magnitski. Magnitski era consulente giuridico del fondo di investimenti Hermitage Capital Management ed è morto in carcere dopo avere denunciato una rete di corruzione all’interno della polizia russa.

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