In vista delle prossime politiche stanno moltiplicandosi le liste elettorali, ma a fare la differenza tra una e l’altra saranno prima di tutto i candidati. Non perché non contino le idee, ma perché troppo spesso è mancato chi avesse il coraggio di difenderle e realizzarle. Soprattutto a urne chiuse.
A quanti ambiscono ad assurgere a novità dell’offerta elettorale 2013 conviene, allora, partire da qui, dalla composizione delle liste. Che non è necessariamente bassa cucina, ma una dimostrazione concreta di buona politica. La prima e più importante per gli elettori, stanchi di parole, anche di quelle intelligenti. E se ora sono diffidenti di fronte all’ennesimo movimento e lista civica, da qualunque parte essi vengano, è per il timore che possano rivelarsi l’ennesima finzione, qualcosa messo su in fretta solo per rimediare voti.
Gli elettori non credono più alle facce nuove in politica: troppi i finti nuovi e troppi i danni che hanno recato nell’amministrazione della cosa pubblica. Né credono al mito dei tecnici: hanno imparato che un bravo imprenditore o accademico non necessariamente è un buon governante per il Paese.
Stavolta serve altro. Serve una rottura forte, che non può essere data dalla semplice novità dei candidati, né solo dalla loro competenza, ma dalla loro credibilità. Che è semplicemente fare ciò che si dice.
La credibilità rappresenta quanto di più è mancato, sin qui, alla politica italiana, perché ha fatto promesse che non ha mantenuto. La credibilità non si promette né si improvvisa, perché è testimoniata dalla storia personale di ciascuno.
Qui, dunque, è lo snodo politico più importante della campagna elettorale ormai avviata: quando le liste saranno chiuse, sarà chiaro chi segna davvero una discontinuità con il passato e chi fa soltanto finta.