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Le ultime novità di Assad da Damasco

La defezione di un alto grado militare del potere ufficiale siriano passato nelle fila dell’opposizione e il nuovo incontro tra l’inviato speciale Onu per il Paese in guerra civile da oltre 20 mesi sono le novità sul fronte di Damasco.

Lo scrivono New York Times e le Monde. Il giornale Usa informa sul nuovo imbarazzante colpo per la credibilità del regime di Bashar al Assad. L’uomo che ha gettato la spugna passando al nemico è infatti il generale Aziz Jassem al-Shallal, il capo della polizia militare e alto ufficiale addetto a prevenire proprio le defezioni interne al governo ufficiale.

Secondo el Pais il passaggio da un fronte all’altro del conflitto siriano deve porre la questione del livello reale di sostegno goduto in Siria dalla resistenza anti Assad, visto che l’alto ufficiale prima di cambiare casacca dibatteva con gli avversari i modi migliori per destituire dal suo ufficio il presidente siriano in carica, afferma il New York Times.

Il tentativo di evitare una disfatta sanguinosa puntando sembra affidata solo alle armi, afferma di nuovo el Pais. Il quotidiano iberico parla di un regime armato fino ai denti che vuole i cristiani sempre più attivi nell’alleanza con minoranza alawita e dinastia Assad. Un connubio alla testa della Siria da circa mezzo secolo grazie al pugno di ferro utilizzato da Assad padre e in seguito dal figlio successore.

Se davvero il Paese mediorientale sta entrando in una nuova fase il contributo della Russia a sciogliere la matassa del cambio di regime a Damasco sarà fondamentale. Questo il senso dell’arrivo a Mosca di Lakhdar Brahimi secondo le Monde. Il giornale parigino sottolinea come la settimana scorsa sia stato proprio il ministro degli Esteri federale a ribadire la necessità di spingere tutte le parti in lotta a richiamarsi all’accordo di Ginevra.

Per Sergej Lavrov questa è la principale base giuridica di una transizione che Mosca non esclude più, continuando però a ritenerla esclusivamente diplomatica. Ma è Mosca ad affermare stamattina che non esiste un piano comune Usa-Russia per gestire il conflitto siriano fino al 2014 anno  in cui scade il mandato di Bashar al Assad.



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