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Tutte le manovre in corso sullo Ior

L’Istituto delle opere religiose è stato l’epicentro di uno dei terremoti politico-economici che maggiormente hanno scosse le mura di Roma, al di qua e al di là del Tevere, negli ultimi anni.

Il libro di Gianluigi Nuzzi, l’incarico a Ettore Gotti Tedeschi per fare pulizia e la sua virulenta cacciata sono stati la parabola di un percorso nel quale la Banca del Papa ha rischiato e per certi versi ancora rischia di essere considerata un luogo da Black List internazionale.

Del caso Ior sui giornali italiani si scrive molto poco e si cerca di leggere molto meno. Il fatto che non ci siano fiammate non significa però che il fuoco covi sotto la cenere.

Negli ultimi giorni sono accadute circostanze che meritano di essere segnalate e, come si suol dire, messe in fila.

Ieri il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, ha risposto a una insidiosa interrogazione parlamentare del radicale Maurizio Turco. L’esponente del governo ha confermato lo status di banca offshore dello Ior. In particolare, il sottosegretario al Mef, ha così detto: “La Banca d’Italia non ha autorizzato lo Ior a operare sul territorio della Repubblica italiana tramite succursali, ovvero in regime di prestazione di servizi senza stabilimento”. “Le banche extracomunitarie”, ha aggiunto Ceriani, sulla base del Testo unico bancario “non possono operare in Italia tramite succursali, ovvero in regime di prestazione di servizi senza stabilimento, previa autorizzazione della Banca d’Italia”.

Nulla di strano, ci mancherebbe. Ma anche un ricordo che non tutti i problemi dell’istituto vaticano sono stati risolti (nonostante l’impegno in sede Ocse proprio del governo italiano).

Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato e principale accusatore di Gotti Tedeschi stando alle ricostruzioni giornalistiche mai smentite, ha voluto rivolgere un saluto e una preghiera proprio alla comunità dello Ior:  “Lavorando insieme si risolvono tutti i problemi. E l’Istituto per le Opere di Religione (Ior), nonostante un anno tribolato, lo sta dimostrando, continuando a svolgere il proprio servizio come una buona famiglia, in unità di intenti, per il bene della Chiesa”.

La “famiglia” evocata dallo storico collaboratore di Benedetto XVI è ancora alla ricerca della sua guida. In più circostanze, dalla segreteria di Stato così come dalle pagine del libro intervista di Cesare Geronzi, viene sottolineato come il board dello Ior abbia sfiduciato “all’unanimità” l’ex (?) presidente Ettore Gotti Tedeschi.

Il dato è vero ma solo in parte. Il meccanismo di governance della Chiesa è molto articolato e bilanciato. Il consiglio di sovrintendenza dello Ior (cda) ha un potere limitato. La prima e l’ultima parola spetta infatti alla commissione cardinalizia (assemblea dei soci). Ebbene, la commissione cardinalizia – riunita più volte – non ha mai ratificato la cacciata del banchiere che si dice abbia contribuito alla stesura dell’enciclica Caritas in Veritate. E tocca ai porporati archiviare il vecchio presidente e indicare il nuovo. E l’intesa a quanto pare non c’è (né per una né per l’altra scelta).

Intanto, a dimostrazione che la situazione è molto fluida va segnalato il passo indietro di Carl A. Anderson, cavaliere supremo di Colombo e membro del consiglio di sovrintendenza dell’istituto fra i più attivi in assoluto nel muovere le accuse che hanno poi determinato la sfiducia nei confronti di Gotti Tedeschi. “Non sono candidato”, ha detto il laico americano molto legato al cardinale Dolan che a sua volta si era molto speso a favore del candidato repubblicano Mitt Romney. Le cose forse non sono andate come previsto.

In ogni caso, lo stallo resta anche se sia Anderson che ambienti vicini alla segreteria di Stato indicano in gennaio la data giusta che vedrà la nomina del nuovo presidente dello Ior. Per avere chiara la “mappa” della banca vaticana ricordiamo che il consiglio di sorveglianza è composto dal citato Anderson, da Antonio Maria Marocco (ora neo presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Torino), Manuel Soto Serrano (Banco Santander) e Ronaldo Hermann Schmitz, ex ad di Deutsche Bank e presidente ‘ad interim’. Nella commissione cardinalizia invece, oltre a Bertone, sono presenti Jean-Louis Tauran, Attilio Nicora, Telesphore Placidus Toppo e Odilo Pedro Scherer. Il gioco degli scacchi all’ombra del Torrione di Niccolò V proseguono e potrebbero riservare sorprese.



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