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Vi spieghiamo le campagne elettorali di Monti, Berlusconi e Bersani

Mancano poco più di quaranta giorni al voto e i principali leader in campo affinano le loro strategie per accaparrarsi maggiori consensi. Dal Mario Monti cinguettante al Silvio Berlusconi televisivo al Pierluigi Bersani itinerante, il modo di comunicare il proprio messaggio è tutto o direbbe Marshall McLuhan, il medium stesso è il messaggio. Per questo, Formiche.net ha cercato di capirne di più, coinvolgendo tre massimi esperti sul tema, Filippo Sensi, vicedirettore di Europa e curatore del blog Nomfup, Antonio Noto, direttore di Ipr Marketing, e Gianluca Giansante, consulente e digital strategist. Con un commento aggiuntivo dello storico Giovanni Di Capua.

 Rivelazione Monti

Nella fotografia scattata da Noto, il protagonista è Monti. È lui, secondo il sondaggista, la rivelazione di questa campagna elettorale. La sua metamorfosi da tecnico a politico è stata vincente, spiegava a Formiche.net: “E’ più apprezzabile il Monti politico che il Monti tecnico. Durante il suo anno di governo si è barricato a livello comunicativo, ora fa il contrario, sta mettendo in atto una campagna massiccia utilizzando sapientemente un mix di canali e privilegiando il rapporto diretto con i cittadini. Se si fosse comportato così anche durante i suoi mesi a Palazzo Chigi, il consenso sarebbe maggiore del 16% a cui si attesta ora. Pur in un momento innegabile di crisi, un presidente del Consiglio che si fosse dimostrato accanto ai suoi cittadini, avrebbe avuto meno detrattori. Non sarebbe cambiata la sostanza ma la percezione ed è questo in politica che conta”.

Berlusconi risorto

Che il vento sia cambiato, dopo la presenza di Berlusconi a Servizio Pubblico (qui la photogallery di Umberto Pizzi), dal suo nemico di sempre Michele Santoro (o forse, più ancora, Marco Travaglio), sono in moliti a crederlo, non solo nel Pdl. Anche Giansante ha chiarito a Formiche.net quali sono stati i motivi del suo successo e quanto essi potranno incidere sul voto: “Si è trattato di un esempio di politica spettacolo di cui Berlusconi è campione. È riuscito a tirare fuori una grinta, anche fisica, straordinaria, sfatando uno dei temi per cui molti erano scettici per questa sua ennesima campagna elettorale. E Santoro in questo show ha fatto da contraltare con stimoli e battute, una sorta di sparring partner perfetto. Per Berlusconi è stato un servizio molto utile, gioverà sicuramente alla sua campagna elettorale. Quando ci si trova di fronte a nove milione di telespettatori, senza dimenticare l’eco su quotidiani, web e telegiornali, non si può non avere un effetto sul voto”.

Bersani e la strategia rassicurante

“Quella del Partito Democratico è stata una lunga corsa, iniziata in autunno con le primarie che hanno regalato molti consensi e spazio mediatico”, ha raccontato Sensi. Per questo, “in questa fase il segretario Pd non cerca lo scontro per guadagnarsi il titolo di un giornale né la presenza in tv a tutti i costi, centellina le sue apparizioni, tende a costruire un’immagine rassicurante di sé e di un partito plurale”. Per farlo, si è basato su una campagna acquisti che manco il calcio mercato, aprendosi al sindacato, al mondo cattolico, a Confindustria, all’università per dare l’idea di un partito più riequilibrato al centro.

Su questo argomento, sulle colonne di Formiche, si è espresso anche lo storico Giovanni Di Capua: “Sappiamo tutti che queste, e altre, formule sorgono a seconda dei momenti più favorevoli per formazioni che non sanno più a quali santi votarsi per accreditarsi su posizioni meno rigide dell’ideologismo di cui menavano una volta vanto mentre ora si autorappresentano come «forze tranquille», un «usato sicuro» per non allarmare settori moderati della società senza del cui aiutino non possono aspirare a essere  classe esclusiva di potere, essendo sempre parti minoritarie, non prive di faziosità”.



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