La battaglia contro i privilegi – nella più vasta guerra contro la corruzione – incide direttamente sui titoli di Borsa. E’ il caso della Kweichow Moutai che a Natale ha visto flettere il valore delle sue azioni del 5,5% alla Shanghai Stock Exchange. Il giorno precedente la Central Military Commission aveva emesso l’ordine per gli esponenti delle forze armate di evitare spese di rappresentanza.
Sono ora proibiti ufficialmente banchetti lussuosi, eventi spettacolari, tutte le spese di rappresentanza. Il provvedimento menziona specificatamente l’uso del Moutai, che viene drasticamente riconsiderato. Venerato come una tradizionale prelibatezza, il liquore estratto di sorgo ha in Cina un valore assimilabile a quello del cognac o dello champagne in Occidente. La sua produzione è diffusa nelle zone agricole e la sua presenza a tavola accompagna i ricevimenti più importanti. Non esistono cene con ospiti stranieri che non terminino con i tradizionali brindisi di Moutai. Proprio dal proliferare del lusso e degli incontri conviviali i suoi produttori hanno tratto un grande vantaggio economico (la Kweichow Moutai è anche un’azienda di stato). Il prezzo delle bottiglie di liquore è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, trainato, per le produzioni di maggiore qualità, da una domanda inarrestabile. Due soli giorni dopo, la Commissione di Disciplina e Controllo del PCC ha rincarato la dose con lo stesso obiettivo. Ha proibito per un lungo periodo (quello compreso tra le festività natalizie ed il capodanno Cinese di Febbraio) ogni spesa che possa destare il sospetto di un uso personale di fondi pubblici. Gli iscritti al PCC che ricoprono cariche pubbliche devono evitare i viaggi premio che vengono loro offerti, le auto blu, i favori personali, il gioco d’azzardo, un tenore di vita non in linea con le proprie retribuzioni. I Netizens, il popolo della rete, ha applaudito i due provvedimenti. I social network più diffusi li hanno interpretati come esempi della serietà della nuova dirigenza di sconfiggere l’ineguaglianza e la corruzione almeno nelle loro forme più eclatanti. In effetti, fin dalla fine del XVIII Congresso, la leadership non è stata esente da severità. Alti dirigenti sono stati rimossi, altri sono sotto indagine giudiziaria. La novità rispetto al passato non è la presenza della corruzione, ma la difficoltà a nasconderla all’opinione pubblica che popola l’internet. E’ ormai difficile celare gli interessi privati in atti d’ufficio. Il vertice del PCC conosce bene ovviamente questa situazione. La novità consiste nello sforzo di recintarla.
In questa ambizione, i cittadini che protestano non sono un bersaglio da colpire, ma un alleato investigativo. Gli intellettuali che propugnano un modello sociale riformato non sono sempre pericolosi dissidenti. Talvolta appaiono strumenti in grado di innescare un dibattito che può raggiungere anche le alte sfere decisionali. I giornalisti d’assalto sono amici nelle indagini, capaci di denunciare irregolarità dove gli ispettori del partito non riescono ad arrivare. Dentro questa cornice inedita la scena cambia e vede situazioni impreviste: ora il PCC si appoggia alla società civile per combattere i suoi quadri più invisi. Di conseguenza, anche una semplice proibizione dell’alcol più costoso può avere ripercussioni economico/politiche. Xi Jinping è partito alla grande contro la corruzione, ogni giorno cadono teste blasonate con grande risalto mediatico, la speranza di tutti è che sia l’inizio di una vera svolta e non una campagna promozionale natalizia.
Alberto Forchielli
Presidente di Osservatorio Asia