Skip to main content

La Cisl si divide equamente tra Pd e Monti

Cresce lo sconforto per le scelte della politica. Mentre la crisi si aggrava, tanto che il Bollettino della Banca d’Italia prevede per il 2013 il calo del Pil dell’1% e la disoccupazione al 12%, dalle sedi operative dei partiti non arriva alcun messaggio confortante per il mondo del lavoro e della produzione. La Uil ha provato a sollecitare il mondo della politica definendo e presentando alla stampa una sua agenda, parola ormai chiave per chiunque guardi alle prospettive del Paese. Poche scelte, ma precise: riduzione delle tasse sul lavoro, difesa e creazione dell’occupazione, rivalutazione delle pensioni, riduzione dei costi della politica, ammodernamento della pubblica amministrazione. Ma Angeletti è preoccupato, non vede circolare idee nuove su come cambiare marcia sul serio, non vede all’orizzonte alcun elemento positivo.

Ancora più sconfortato l’industriale Alessandro Riello. Il diario del lavoro lo ha intervistato, ma lui non è riuscito a esprimere molto più che sconforto e sconcerto per la situazione generale del Paese e le possibilità di un cambiamento vero. “Io e altri colleghi imprenditori, ha detto, in passato abbiamo provato a far diventare l’Italia un paese normale, con un progetto di sviluppo economico e sociale di medio/lungo termine, ma non ci siamo riusciti. Abbiamo perso le speranze, temiamo di aver perso del tempo”. Dai politici vede arrivare solo polemiche e tatticismi e questo certo non lo conforta.

L’avvenimento della settimana è tutto Fiat, soprattutto per le polemiche che sono fiorite dopo l’annuncio della cassa integrazione per due anni nello stabilimento di Melfi. Dalla Fiom e dalla sinistra politica sono arrivate parole dure, denuncie secondo le quali dietro questo annuncio trapelerebbe la volontà della Fiat di chiudere almeno uno stabilimento italiano, certamente non quello di investire nel nostro paese come promesso. Giuseppe Farina, il segretario generale della Fim Cisl, intervistato da Il diario del lavoro, ha però dato una versione tutta differente, plaudendo alle decisioni dell’azienda e sottolineando soprattutto la necessità di ristrutturare le linee di produzione e quindi di mettere in cassa integrazione per un certo periodo i lavoratori delle linee sulle quali si interviene. La stessa spiegazione data da Sergio Marchionne, che ha avuto parole molto dure per chi aveva sollevato le critiche. Tutto vero, ma certo una maggiore trasparenza non guasterebbe, perché dei piani dell’azienda si sa davvero molto poco e questo non aiuta chi deve sopportare i danni della cassa integrazione.

Si stanno intanto definendo le liste elettorali per il 24 febbraio. L’ultimo sindacalista a salire in politica, o a scendervi, se si preferisce, è Gianni Baratta, segretario confederale della Cisl, che corre in Sicilia per la lista Monti. La confederazione di Raffaele Bonanni si è così spalmata equamente tra Pd, con Giorgio Santini, e la lista Monti con Baratta, prefigurando in qualche modo future possibili alleanze. Molti esponenti del mondo sindacale hanno scelto la sinistra, Sel o Rivoluzione civile, ma i nomi grossi sono con il Pd: Santini dalla Cisl, Guglielmo Epifani e Valeria Fedeli dalla Cgil.


×

Iscriviti alla newsletter