Assicurazioni ed educazione sono percepite da tutti come beni primari sui quali non badare a spese. È questo ciò che emerge da un sondaggio di GFK.
Risparmi ai minimi termini e necessità di tagliare i costi sono le realtà che governano il bilancio delle famiglie italiane. Il bisogno di ridurre le spese costringe a valutazioni attente per individuare cosa sia essenziale e cosa invece non lo sia. Muta anche l’approccio alla spesa: in tantissimi, infatti, hanno preso d’assalto i numerosi portali web che consentono di porre le assicurazioni migliori del settore a confronto, riducendo costi che, sebbene siano spesso obbligatori, possono almeno essere ridotti.
Secondo uno studio condotto da GFK per conto di Zurich Insurance Group, la crisi economica sta spingendo molti cittadini europei a risparmiare su viaggi, vestiario, e uscite al ristorante, da tutti percepiti come beni accessori, mentre assicurazioni ed educazione, sono considerati ancora di primaria importanza.
Quali che siano le abitudini di risparmio nei vari Paesi europei, un fattore che sembra accomunare tutti, è che la sicurezza derivante da una polizza assicurativa e l’educazione non sono ritenuti beni sui quali lesinare: secondo il sondaggio la percentuale degli intervistati in Spagna, Portogallo e Italia che ridurrà le spese assicurative si attesta a livelli bassissimi (dal 3 all’8%), mentre negli altri Paesi, questa percentuale si alza leggermente, ma rimane comunque al di sotto del 20%.
In particolare, dal sondaggio è emerso che per svizzeri, tedeschi e russi, è preferibile rinunciare ad eventuali uscite al ristorante; per austriaci, portoghesi e spagnoli, invece, i tagli riguarderanno soprattutto i viaggi, mentre gli italiani spenderanno meno in vestiario. In Svizzera, Germania e Russia inoltre, oltre un terzo degli intervistati si è detto disposto a tirare la cinghia sulle spese per la propria auto o moto.
I dati che emergono dalla ricerca non sono certo una sorpresa: la crisi preoccupa in modo particolare i cittadini del Vecchio Continente, soprattutto nell’Europa Meridionale: in Spagna, Portogallo e Italia la percentuale di chi si dichiara molto preoccupato per la situazione economica si aggira intorno al 60%, percentuale che scende in maniera significativa in Austria (44%), Germania (38%), Svizzera (31%), e Russia (28%). Le scelte di risparmio tuttavia, così come la distinzione di ciò che è accessorio da ciò che non lo è, risultano comunque trasversali a tutte le nazioni europee.
Le riflessioni che si possono fare sui dati proposti sono molteplici: sicuramente i Paesi dove si è registrato una maggiore preoccupazione sono quelli dove la crisi economica si fa più sentire, infatti non a caso sono Spagna, Italia e Portogallo.
Va un po’ meglio invece per chi la crisi la sente, ma non in maniera così sostanziale, come Germania e Russia, dove i consumi sono calati ma non certo ai livelli di Spagna e Italia, per fare un confronto.
Veniamo poi alle rinunce che sono state preventivate: qui entrano in gioco le abitudini e le tradizioni culturali di ogni paese, per cui se per Spagna e Italia l’uscita settimanale al ristorante è irrinunciabile, lo diventa invece per gli abitanti delle regioni più “fredde” come svizzeri e russi.
In generale però è un dato eclatante che la maggioranza dei cittadini europei abbia dovuto mettere dei freni ai propri consumi per colpa della crisi, che nonostante le dichiarazioni di molti politici, non sembra proprio voler risparmiare nessuno.