Per costruire l’“Italia giusta” di Pierluigi Bersani, serve l’Europa di Massimo D’Alema. Il presidente del Copasir e della Fondazione Italianieuropei, già ministro degli Esteri, si è costruito negli anni contatti tra chi conta in Europa, quelli che forse – maligna qualche osservatore – mancano al segretario del Pd, soprattutto in confronto al suo sfidante per la premiership italiana, Mario Monti.
Sarà questo uno dei motivi che hanno portato la fondazione presieduta da D’Alema ad organizzare in piena campagna elettorale, sabato 9 febbraio presso il teatro regio di Torino, Renaissance for Europe.
L’iniziativa promossa in collaborazione con altri tre istituti europei, FEPS, Fondation Jean Jaurès e Friedrich Ebert Stiftung, ha come obiettivo quello di sollecitare il dibattito europeo sullo stato dell’Unione e di coinvolgere cittadini, società civile e i partiti politici progressisti europei nella definizione di un progetto comune per il rilancio del processo di integrazione.
Dopo la tappa parigina dello scorso anno a marzo, si replica quest’anno in Italia, a casa di Piero Fassino che aprirà i lavori. Prove generali da premier per Bersani che incontrerà a Torino, tra gli altri, il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, il presidente del PSE Sergei Stanishev, l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, il primo ministro croato Zoran Milanović, quello rumeno Victor Ponta, quello belga Elio di Rupo. E chissà se nel videomessaggio previsto in programma di Francois Hollande non arrivi anche un endorsement esplicito per Bersani premier. Con buona pace del compagno di tante battaglie anti-merkeliane Monti.