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Urca quanti dalemiani di Italiani Europei candidati (non solo nel Pd…)

C’è un think tank che fornirà in massa menti e penne al prossimo Parlamento, almeno se si scorrono le liste presentate o ancora abbozzate.

Il fondatore del pensatoio non si è candidato, anche se non ha fatto mancare sostegno e calore anche nelle primarie al segretario Pierluigi Bersani ed è considerato da politologici del calibro di Angelo Panebianco in pole position per il ministero degli Esteri (Panebianco spera però che l’ipotesi non si avveri).

Così come un altro esponente e animatore di rilievo della fondazione è fuori dalla mischia elettorale, seppure considerato da tutti una riserva della Repubblica.

Stiamo parlando della Fondazione ItalianiEuropei presieduta dall’ex premier Massimo D’Alema e che vede al vertice dell’advisory board un altro ex premier, Giuliano Amato.

Se D’Alema e Amato resteranno ufficialmente fuori dalla contesa elettorale, altri esponenti presenti e passati della fondazione dalemiana animeranno la campagna elettorale.

E’ il caso ad esempio del direttore di Italiani Europei Marta Leonori, candidata nel Pd. Così come altre figure di spicco del comitato di indirizzo del think tank compaiono nelle liste del Pd. E’ il caso di Anna Finocchiaro, Paolo Guerrieri, Enrico Letta, Franco Marini e Michela Marzano.

Nelle stesso organismo della fondazione dalemiana fanno parte anche accademici e personalità dell’associazionismo che sosterranno la Scelta Civica di Mario Monti. E’ il caso del ministro Francesco Profumo.

Non si dimentichi, inoltre, che personalità che hanno alimentato nel passato le iniziative di Italiani Europei, come gli storici Miguel Gotor e Andrea Romano, ora sono rispettivamente candidati di spicco rispettivamente nel Pd di Bersani e nella Lista Monti: Romano è tra i dirigenti nazionali di Italia Futura più vicini a Luca Cordero di Montezemolo.

Un esterno alla fondazione, anche se legato a D’Alema, l’economista Pier Carlo Padoan, ora capo economista dell’Ocse, è ritenuto una delle possibili figure ministeriali in caso di un governo Bersani o Bersani-Monti.

E chissà che l’elenco non si allunghi nelle prossime ore.

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