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Così Mosca e Berlino scrutano l’azione di Parigi in Mali

Crescono le preoccupazioni per l’intervento francese in Mali, afferma il Financial Times, mentre Parigi fa sapere che il proprio impegno africano sta prendendo nuove dimensioni.

Le forze armate transalpine passano infatti l’effettivo dei propri uomini da 750 a 2500 e per la prima volta dall’inizio dei combattimenti prenderanno parte alle operazioni di terra. Lo scrive le Monde, che sottolinea come soldati francesi e locali abbiano lanciato l’offensiva allo scopo di riprendrere la città di Dialabi conquistata il giorno prima dagli islamisti.

Ma l’esercito francese potrebbe trovarsi anche a svolgere il ruolo di controllore dei propri colleghi locali. E’ lo stesso giornale a suggerire una eventualità di questo tipo riportando voci che a Mopti parlano di caccia all’uomo da parte dell’esercito ufficiale del Mali.

Anche secondo Pierre Boilley ,direttore del centro studi del mondo africano, le forze armate di Parigi dovranno vigilare anche contro il pericolo di rappresaglie etnico-religiose contro i taureg.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung registra il maggior impegno francese ma con le parole di  Guido Westerwelle ribadisce come la Germania non abbia nessuna intenzione di farsi trascinare nel conflitto africano. La maggiore potenza europea è pronta a sostenere l’alleato continentale dal punto di vista logistico ma non intende fare di più, secondo il quotidiano renano.

E’ vero che sarà l’appoggio algerino a rivelarsi cruciale per il futuro del conflitto, ma a lungo andare l’atteggiamento tedesco potrebbe imbarazzare le élite di Berlino in vista delle celebrazioni del trattato franco-tedesco che la settimana prossima festeggerà solennemente i propri 50 anni di vita.

Infatti la Süddeutsche Zeitung fa capire che Berlino potrebbe prendere in considerazione l’invio di propri soldati a fianco di quelli francesi. Secondo il giornale di Monaco la decisione dipende solo da Thomas de Maizière. E nell’intervista pubblicata lunedi dalla Faz il ministro della Difesa tedesco sottolineava come Berlino veda nel “chiaro” consenso nazionale del Mali oltre a una”precisa” road map temporale le premesse per una assunzione di responsabilità di Berlino nel conflitto in corso.

Che l’esercito di Bamako non sarà in grado di sostenere da solo il peso degli scontri attuali lo sostiene anche la Welt in una intervista al direttore della sezione africana di Chatham House. Secondo Alex Vines “l’impegno militare francese è importante e arriva al momento giusto”. Per l’analista, nemmeno le truppe dell’Ecowas da sole potrebbero sostituirsi alle forze francesi. Non basta  il sostegno unanime delle Nazioni Unite se questo non comporta anche una maggiore assunzione di impegni concreti da parte della comunità internazional,e afferma le Monde.

Mentre un intervista della radio Echo di Mosca fa capire che questa volta, a differenza della Libia, la Russia veda con favore l’impegno africano di Parigi. E’ infatti Evgenij Korendjasov, ex ambasciatore russo nel Mali, che sottolinea come gli interessi della Francia, lotta al terrorismo e al narcotraffico, coincidano con quelli del Paese slavo.


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