Skip to main content

La sfida di Obama su armi e identità americana

Divieto di armi semiautomatiche, limitazione della capacità dei magazzini. Questi alcuni dei provvedimenti con cui Barack Obama intende restringere il mercato delle armi Usa, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung.

“La difesa dei nostri figli non dovrebbe dividere il Paese”. La Neue Zurcher Zeitung riporta le parole con cui il presidente americano si è rivolto a popolo e Congresso sfidando la lobby che in America sponsorizza l’uso civile delle armi da fuoco.

Il New York Times sottolinea i provvedimenti giuridici, ventitre decreti, annunciati da Obama. Secondo il quotidiano Usa si tratta solo del primo passo per porre un argine all’epidemia di violenza culminata lo scorso dicembre nel massacro di bambini alla scuola di Newtown nel Connecticut.

Le Monde mette in evidenza il divieto di commerciare armi d’assalto e i caricatori con più di dieci colpi. Quella che il quotidiano di New York definisce la riforma per la prossima generazione non avrà vita facile.

Lo si capisce dalla reazione furiosa della National Rifle Association che, secondo quanto scrive il Washington Post, accusa la Casa Bianca di elitismo e di ipocrisia. Le figlie della coppia presidenziale sarebbero protette dalle armi dei servizi segreti Usa.

Secondo la RNA solo la maggiore diffusione di armi potrà prevenire nuove stragi e garantire difesa personale. L’aspro video messo online dalla NRA è l’indizio di dove potrebbe arrivare il dibattito Usa se l’emozione prenderà il sopravvento sulla razionalità.

Compito difficile quello che il presidente Barack Obama ha iniziato a prendere di petto ieri. Negli Stati Uniti il diritto costituzionale alla vita cozza con l’ossessione della sicurezza privata che si è impadronita della vita americana dopo l’11 settembre 2001, parallelamente ai due mandati di George W. Bush. Dal 1994 il numero degli affiliati alla NRA è passato da 3,4 milioni ai 4,3 milioni di oggi. Cifre che rappresentano una regressione in questa dimensione molto particolare dell’identità Usa cosi difficile da comprendere per il resto del mondo.


×

Iscriviti alla newsletter