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L’economista Galli (Pd) riscrive l’Agenda dell’economista Fassina (Pd)

Affiorano le prime distonie fra gli economisti di rango in cima alle liste del Pd. D’altronde le differenze tra il responsabile economia del Pd, Stefano Fassina, e l’economista liberista Giampaolo Galli, convinto da Pier Luigi Bersani a candidarsi nelle liste del Pd, erano note agli addetti ai lavori. In particolare, ma non solo, in materia di lavoro e Stato sociale.

Un punto di incontro, comunque, c’é: l’idea di abbassare la pressione fiscale sul lavoro appena possibile. “La prima cosa da fare è verificare con Bruxelles a che punto stanno i nostri conti”. Poi, se rispetto all’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 “stiamo meglio, ci possiamo domandare come utilizzare le risorse”.

E’ quello che ha detto Galli, ex direttore generale di Confindustria e ora candidato con il Pd, in un’intervista al quotidiano la Repubblica, in cui spiega che se “la campagna elettorale si sta focalizzando sull’Imu ed è possibile che qualche cambiamento vada fatto” c’è, però”, “anche un’emergenza lavoro”.

“Se si interviene sul cuneo fiscale si migliora la competitività delle imprese – dice – si aumenta la convenienza ad assumere e si migliora la busta paga dei lavoratori. Dunque il cuneo fiscale non è meno importante dell’Imu”.

Su riforma delle pensioni e articolo 18, poi, “non bisogna disfare quello che ha fatto il governo Monti”. Una bella differenza rispetto alle idee sia di Fassina che dell’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Divergenze che si acuiscono se si considera che anche l’economista Carlo Dell’Aringa, docente alla Cattolica, e vicino alla Cisl, non ha idee assonanti con Fassina e Damiano, oltre ad altre considerazioni più politiche.

Quanto alla scelta di candidarsi con il Pd, Galli spiega che è stata dettata dal fatto che il Partito democratico “ha dimostrato serietà, cioè non fa promesse elettorali che non possono essere mantenute”.

E Vendola? “Tutti i grandi partiti europei hanno al loro interno posizioni differenziate – ha risposto l’ex direttore generale di Confindustria – Oskar Lafontaine era compagno di partito di Schroeder l’uomo che ha fatto le grandi riforme per la crescita nella Germania dei primi anni 2000”.

I dubbi comunque non mancano nella strategia di Bersani.

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