Mentre prosegue l’offensiva francese contro il ridotto islamista nel nord del Mali, gli Stati Uniti fanno sapere di essere presenti nel teatro di guerra.
Secondo il New York Times le forze Usa sono intenzionate a realizzare in Niger una base per i droni per sorvegliare i movimenti dei militanti di Al Qaeda, al centro del mirino della diplomazia antiterroristica statunitense.
Il Dipartimento di Stato ha negato che gli Usa siano intenzionati a partecipare alle operazioni sul terreno. Il ritardo con cui Washington ha fornito assistenza logistica viene infatti spiegato con una certa riluttanza a farsi coinvolgere in uno scontro aperto, nonostante la crisi colpisca un quadrante su cui l’attenzione americana è molto alta. L’insistenza su una soluzione politica, ribadita dal portavoce del Dipartimento Victoria Nuland, segnala questo approccio. D’altra parte il Pentagono ha appena firmato accordi con il Niger per consentire una presenza militare americana nel Paese. Si calcola infatti che la progettata base necessiti di circa 300 uomini per la gestione delle operazioni.
Anche i francesi sono attivi con propri droni nell’area. Si tratta dell’Harfang, collegato ad un aereo spia, il Sentinel inglese, operante dal Senegal, che è stato molto attivo durante la campagna in Libia. E come in Libia, dunque, anche in Sahel si profila un nesso anglo-francese. D’altronde, Cameron è il primo leader cui Hollande si è rivolto per aiuti concreti, ed il primo ad averli mandati sul teatro. Anche gli Stati Uniti, comunque, sono discretamente presenti, e loro aerei sono segnalati nell’area da metà gennaio.