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Le prime mosse del premier giapponese Abe viste dalla stampa estera

Il nuovo governo giapponese muove i primi passi in linea con le indicazioni preelettorali di Shinzo Abe. Politica monetaria espansiva, revisione costituzionale e nuovo ruolo del Paese nella regione asiatico-pacifico. Questi i pilastri sui quali il leader liberaldemocratico intende dar vita all’azione futura dell’esecutivo nipponico. Annunci registrati con attenzione dalla stampa internazionale.

Sui pacchetti fiscali e monetari che dovrebbero stimolare la crescita di Tokio si concentrano Frankfurter Allgemeine Zeitung, Financial Times e Neue Zurcher Zeitung. Secondo il giornale renano, Tokio dispone di un programma congiunturale di diversi miliardi di dollari ed è pronto a usarli per stimolare la propria ripresa.

Anche il quiotidiano della City analizza quelli che chiama gli stimoli di Tokio. Per il Financial Times però, Abe sta soprattutto cercando di porre rimedi vecchi a problemi che invece potrebbero essere nuovi.

La Nzz ritiene che Abe oltre a mettere a punto la più grande manovra di politica economica dal crollo di Lehman, continuerà a fare pressioni sulla Banca centrale per una politica monetaria meno rigorosa di quella mesa in campo finora dalla BoJ.

Altro momento importante della politica finanziaria nipponica, secondo Nzz, è l’annuncio che in futuro Tokio acquisterà obbligazioni dal fondo salva Stati europeo, Ems. Un provvedimento con cui indebolire lo yen allo scopo di sostenere le esportazioni del paese asiatico.

Ma è soprattutto il progetto di modifica della legge fondamentale dello Stato e i lineamenti di nuova politica estera che il provvedimento potrebbe mettere in moto a essere presente nei media globali.

A questo proposito qualche accenno di preoccupazione arriva dal Los Angeles Times. Secondo il quotidiano californiano l’intento di modificare l’articolo 9 della Costituzione con cui il paese asiatico dopo la fine del conflitto mondiale rinunciava al diritto sovrano di dichiarare la guerra potrebbe essere il primo passo verso la svolta autoritaria di Tokio.

Anche le Monde parlando di svolta a destra per default sembra condividere i timori del Times. Secondo il giornale francese l’intento di Abe di riscrivere la storia imperiale rivedendo la posizione giapponese durante la seconda guerra mondiale fa temere nuove tensioni con Cina e Corea del sud.

Le Monde afferma inoltre che la volontà del premier di far diventare Tokio un “paese normale” attraverso la revisione della Costituzione pacifista, ha spinto i media internazionali a sottolineare il pericolo di “rinascita del nazionalismo giapponese”, con conseguente “rimilitarizzazione dell’Arcipelago”.

Le prospettive di isolamento che un tale scenario comporta non devono aver lasciato indifferente il premier nipponico, afferma la Neue Zurcher Zeitung. Il giornale di Zurigo sottolinea come il corso nazionalista del nuovo primo ministro sia tenuto sotto stretta osservazione nella regione asiatica.

Un fatto che ha spinto Abe nella prima conferenza stampa del 2013 a tentare toni meno ultimativi mostrandosi conciliante verso i propri vicini. La Nzz ritiene che il primo ministro di Tokio veda nella Cina il principale avversario regionale e perciò ritenga prioritario trovare alleati contro Pechino.

Secondo il Wall Street Journal questo è il motivo per cui il Paese si appresta a rafforzare tutti i dispositivi difensivi mettendo alla testa delle proprie forze militari di terra, aria e cielo il “super-generale”  Shigeru Iwasaki.

Alla situazione dell’Asia sono dedicati due articoli di Vlast. Il settimanale russo nel primo dei suoi contributi affronta i compiti cui si troverà di fronte la nuova amministrazione Obama in questa parte del pianeta in veloce trasformazione. La seconda parte del piccolo dossier affronta invece la situazione specifica dei mari cinese meridionale e orientale dove la crescita dell’attività militare di Pechino spinge Washington a rafforzare la cooperazione con Tokio. Alla protezione della superpotenza americana guardano però anche le altre capitali regionali intimorite dal corso nazionalista di Tokio e Pechino.

 

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